Nozze gay: scrittore si spara a Notre-Dame
Un suicidio annunciato tra le righe di un blog, quello dello scrittore Dominique Venner, 78 anni, che si è sparato sull’altare della cattedrale di Notre-Dame a Parigi. L’attività culturale dello studioso è sempre stata vicina all’estrema destra: attualmente dirigeva una rivista di stampo nazionalista, titolata «Nouvelle Revue d’Histoire», e portava avanti il suo blog personale con numerosi interventi contro le nozze gay e la loro legittimazione.
E’ proprio tra le righe del suo blog che Venner aveva annunciato il suo suicidio, velatamente, parlando della necessità di un «gesto simbolico e spettacolare» contro la legge sui matrimoni gay. Nel blog, inoltre, veniva citata la manifestazione del 26 maggio, allargando la protesta verso la lotta contro l’Islam. «Ho appena letto un blogger algerino che ha scritto ‘tra quindici anni gli islamisti saranno al potere e sopprimeranno questa legge’. Non certo per farci piacere – commentava Venner – ma solo perché la legge è contraria alla sharia; i manifestanti del 26 maggio non possono ignorare questa realtà, la loro lotta non si può limitare al rifiuto del matrimonio gay». Forte il riferimento al filosofo tedesco Heidegger: «Bisogna ricordarsi che l’essenza dell’uomo è nella sua esistenza e non in un altro mondo. È qui e ora che si gioca il nostro destino fino all’ultimo secondo. E questo ultimo secondo ha importanza quanto tutto il resto della vita. È decidendo noi stessi, volendo veramente il nostro destino, che si è vincitori del nulla». Sostegno dunque ai manifestanti del 26 maggio, volti ad impedire la legge sulle nozze gay (promulgata sabato scorso dal presidente Hollande): per Venner non sarebbe bastato, infatti, organizzare «delle gentili manifestazioni di strada per impedirle». C’era necessità, dunque, dell’estremo gesto, del suicidio volto a «scuotere la sonnolenza, scrollare le coscienze anestetizzate e risvegliare la memoria delle nostre origini».
Dopo gli scontri di piazza avvenuti davanti all’Assemblea nazionale, alle aggressioni a poliziotti e giornalisti, da parte di membri del partito di estrema destra francese del Front National, il suicidio dello storico si prospetta come la reazione di quella parte di popolazione francese che sente erodere le fondamenta delle proprie tradizioni in relazione all’amore (e quindi al matrimonio) di altri individui. I deputati francesi, infatti, solo pochi giorni prima avevano approvato in via definitiva, con 331 sì e 225 no, la legge per i matrimoni omosessuali che, per dirla con le loro dichiarazioni, «non toglie diritti a nessuno, si limita a estenderli».
Il mariage pour tous , il «matrimonio per tutti», sì è quindi trasformato in tragedia, in discriminazione, e non sono stati casuali i riferimenti alle condizioni politiche francesi fatti dallo studioso suicida. «I governi di tutti i partiti (escluso il Front national), così come i datori di lavoro e la Chiesa, – si legge sul blog – hanno accelerato con tutti i mezzi l’immigrazione afro-maghrebina», dichiarazione che escludeva dalla critica aperta solo Marine Le Pen. E questi ha dimostrato il sostegno all’azione suicida di Venner. Il leader dell’estrema destra francese ha infatti dichiarato via Twitter: «Tutto il nostro rispetto a Dominique Venner, il cui ultimo gesto, eminentemente politico, è stato di tentare di svegliare il popolo di Francia». Popolo che, invece, sembra già sveglio, vigile, e pronto alla parità dei diritti. Frange estremiste escluse.
di Alessandra Corsini