Emmy Awards 2015, sul podio draghi e donne in carriera
Notte magica e insonne per gli appassionati del piccolo schermo: tra uno scatto alla bella ed elegante guest star della serata Lady Gaga, e i commenti puntuali e attenti dei conduttori “a bordo campo”, si è svolta la 67ª edizione della cerimonia di premiazione degli Emmy Awards, l’evento che consacra nuovi e vecchi volti della tv americana. Ad aprire le danze ci ha pensato il presentatore di quest’edizione Andy Samberg che, con disinvoltura e una buona dose d’irriverenza (notevoli le sue prime due stoccate a Justin Timberlake e Bill Cosby), è riuscito a dominare il palco del Microsoft Theatre di Los Angeles, accompagnando per mano pubblico da casa e ospiti in sala nelle lunghe (e a tratti interminabili) quattro ore di spettacolo.
A dispetto delle previsioni, a salire sul carro dei vincitori come miglior commedia dell’anno non è “Transparent” (che comunque si porta a casa il premio per la miglior regia), ma “Veep”, la pungente e politicamente scorretta serie della Hbo, basata su pregi e difetti di una vicepresidentessa degli Stati Uniti, magistralmente interpretata da Julia Louis-Dreyfus.
Una scelta originale e, per certi versi, in linea con le aspettative del pubblico e dell’Academy che, mai come quest’anno, ha cercato di dare nuova linfa agli Emmy, portando in auge valori fondamentali come l’interculturalità e l’immaginazione: è il caso di Uzo Aduba, interprete di Suzanne Warren in “Orange is the New Black” e ora miglior attrice non protagonista in una serie drammatica, e di Viola Davis, prima afroamericana ad essere premiata come attrice protagonista, per il ruolo di Annalise Keating ne “Le regole del delitto perfetto”. Grande assente della serata il cast del “David Letterman Show”, programma cult degli ultimi trent’anni, conclusosi lo scorso maggio e in lizza come miglior talk show del 2015. A trionfare al posto del fortunato format è stato il “Daily Show”, mentre le categorie miglior sketch e miglior reality sono state vinte rispettivamente da “Inside Amy Schumer” e dalla versione americana di “The Voice”.
Ma il vero “colpo di tacco” lo hanno dato grandi produzioni del calibro di “Olive Kitteridge”, decretato miglior film-tv, e di “Game of Thrones” che, con ben 12 vittorie e 84 nomination, entra nella storia della televisione americana come serie drammatica più premiata degli ultimi anni, lasciando l’amaro in bocca ai fan di “Mad Man” e consacrando ancora una volta quei draghi e principi immaginari nati dalla penna di George Martin, che tanto fanno sognare gli amanti del genere fantasy e non solo.
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