Serena è troppo forte per la Azarenka

Non c’è niente da fare. Se  Serena Williams decide di giocare come sa con facilità può aggiungere la coppa di turno alla bacheca di famiglia. Nessuno scampo per la povera Azarenka che, sulla terra rossa di Roma, ci ha provato fino all’ultimo Alla fine però è 6-1, 6-3 per la statunitense.

 E’ stata una prova decente quella di Vika, ma di fronte al colosso Serena ogni certezza si può sgretolare in un attimo. E’ successo in una quindicina di giorni alla numero 2 e 3 del mondo. Nelle ultime due competizioni importanti la statunitense numero UNO della Wta ha messo a tappeto senza possibilità di replica quelle che dovrebbero essere le contendenti al trono. I punteggi impietosi con cui si è affermata nella finale di Madrid su Maria Sharapova e a Roma su Vika Azarenka azzittano ogni commento. Dopo 10 anni è ancora la Williams ha trionfare al foro italico. Un’analisi è doverosa. Non è andata sempre così liscia. 11 anni fa dall’altra parte del campo c’era una giovane e ancora non matura Justine Henin a contendersi il titolo. E quel match si ricorda per grande qualità di giocate e incertezza nell’esito. Era stato un percorso arduo anche quello di approdo alla finale: sul suo cammino Jenniffer Capriati  con cui aveva dato vita ad un semifinale serratissima. Nell’arco di questo decennio, infatti, Serena di avversarie che l’hanno superata e che, anche per gusto stilistico, a volte messa in secondo piano ha incontrate diverse. Adesso il tennis femminile non riesce a trovare tra le nuove leve protagoniste all’altezza e l’americana in ogni competizione decide bello e cattivo tempo, in ogni gara può imporre il suo ritmo, in ogni torneo è la giocatrice da battere anche se disputa un numero di incontri relativamente basso ed è spesso fuori condizione atletica. E lei, la vincitrice 2013 del Master italiano ne è consapevole, tanto che dopo i saluti e ringraziamenti di rito si è lasciata andare a qualche pensiero di più: Il mio peggior nemico sono sempre proprio io. Nel passato o sentito pressioni, ma sono riuscita alla fine a vincere ogni slam”. Ecco qua il biglietto da visita che Serena presenta per l’atteso e imminente Roland Garros, lo Slam di cui ha timbrato il cartellino solo una volta.

A Roma Victoria Azarenka era riuscita a mantenere vivi gli scambi e a far durare il match un’ora e mezza. Parzialmente combattuto a dispetto del risultato, ma sono i punti decisivi che fanno la differenza ed è in quei momenti che dagli di Serena si può percepire se è in giornata di grazia o se risulta invece svogliata e distratta. Poi la depressione per la bilelorussa la porta a compiere i soliti errori di frustrazione e tra doppi falli e prime che scendono di percentuale il punteggio scivola vi velocemente. 8 ace a zero, doppio fallo determinante per Azarenka: in questi numeri il gap fra le due. Serena ha scatenato il pubblico dell’arena che undici anni dopo ha assistito al nuovo show della trentaduenne eterna favorita. Per lei nessuna bestia nera è ancora sui campi in attività, al contrario dell’altro decennale favorito Roger Federer che proprio a Roma ha nuovamente rispiegato sul campo ai suoi tifosi il motivo per cui non riesce a vincere con Nadal. Serena è troppo sicura di sé adesso, ma lo è rgionevolmente e per Parigi è difficile immaginare cosa possano inventarsi le altre da Masha a Vika passndo per la Errani e ‘chi più ne ha più ne metta’…

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