Gli Usa sono in grado di combattere e sconfiggere l’Isis?

Quelle che sembravano essere semplici indiscrezioni oggi appaiono come una triste realtà: i vertici dello Us Central Command hanno fornito a Casa Bianca, Pentagono e Congresso informazioni non esatte sull’andamento della guerra. Si tratterebbe di vere e proprie notizie distorte per dare un’immagine migliore della reale situazione riguardante gli scontri con gli iracheni.
Ciò spiegherebbe come mai, negli ultimi tempi, i resoconti delle operazioni in Iraq espressi dal Pentagono e dalla Casa Bianca non coincidevano: l’Isis è meno in difficoltà di quanto quest’ultima pensasse. O almeno è quanto viene riportato dal New York Times.

Rapporti distorti. Lo Us Central Command (Centcom) ha il compito di coordinare le operazioni militari americane contro l’Isis, in Iraq e in Siria.
Gli analisti dell’intelligence Usa hanno analizzato, e continuano ad analizzare, tutti i rapporti inviati dagli 007 agli ufficiali del Centcom, per poi confrontarli con i documenti che sono stati consegnati al presidente Usa Barack Obama. «L’indagine verificherà se ci sono state falsificazioni e insabbiamenti sul fronte delle informazioni o se ci sono stati ritardi nel fornirle alle autorità competenti. Esamineremo ogni singola responsabilità e ogni cattiva condotta o falla sarà perseguita», ha dichiarato un portavoce dell’ispettore generale del Pentagono. Circa un mese fa, infatti, il medesimo quotidiano aveva informato a proposito di un’inchiesta da parte del Pentagono sulla questione.

Teenager attenta al Papa. Nel frattempo, l’Fbi ha arrestato un quindicenne con l’accusa di aver realizzato un piano per attentare alla vita dell’attuale massimo rappresentante della Chiesa Cattolica: Papa Francesco. Il giovane è stato fermato circa un mese fa, anche se la notizia è stata diffusa solo recentemente dai media. Il suo intento, ispirato dall’Isis e in contatto con un’organizzazione terroristica, era quello di mettere in atto il suo piano in occasione della visita del 26 e il 27 settembre a Filadelfia del Papa per l’incontro mondiale delle famiglie. L’intelligence degli Stati Uniti ha affermato che «l’uso innovativo dei social media e dei sistemi di messaggistica ha svolto un ruolo chiave nel motivare giovani negli Usa a viaggiare per unirsi allo Stato Islamico o a tentare di condurre attacchi in patria per conto dell’Isis». Francesco giungerà a New York il 24 settembre e, come affermato dal capo della polizia di New York William Bratton, il suo arrivo negli Usa è «la sfida più complessa di sempre per le forze di sicurezza newyorchesi. Se potessimo tenerlo in una bolla, lo faremmo». Secondo quanto riportato da Abc, in un bollettino congiunto di Fbi e Department of Homeland Security «il minore è stato ispirato dall’Isis e ha cercato di condurre un attacco in patria con armi da fuoco ed esplosivi ai danni di un dignitario straniero a un evento di alto profilo». Tale dignitario sarebbe, appunto, Bergoglio. Ad ogni modo, è ancora in dubbio sulla salute mentale del ragazzo.

La questione Assad. «Al momento nessuno parla più di Assad e del suo addio al potere», aveva dichiarato, sempre al New York Times, meno di un mese fa un diplomatico americano. Nel corso della visita del presidente Usa, dello scorso 11 settembre, a Fort Meade, questo ha affermato che «Stati Uniti e Russia hanno un interesse strategico comune, combattere lo Stato Islamico ma continuare ad appoggiare Assad è una politica destinata al fallimento e rischia di far crollare le speranze di una pacificazione del Paese». Si tratta di un vero e proprio appello rivolto a Mosca, affinché non si intrometta nella questione e lasci Assad al proprio destino. La posizione degli Usa è chiara e può essere riassunta da una dichiarazione dell’inviato speciale statunitense in Siria Michael Ratney: «Una transizione politica non è solo necessaria, per il bene del popolo siriano, ma è fondamentale per combattere l’estremismo». Tuttavia la Russia non è d’accordo, in quanto ritiene che l’uscita di scena del presidente siriano determinerebbe il caos nel Paese: «I nostri partner sostengono che Assad se ne deve andare. E poi cosa succede? Non c’erano terroristi in Iraq. Lo stesso in Libia. Ora lo Stato libico sta crollando e i terroristi spadroneggiano ovunque», ha affermato una fonte diplomatica di Mosca.
L’unica certezza, al momento, è il numero in aumento dei profughi siriani.
Barack Obama

Twitter: @MariaLauraSerpi