Scuola, assunzioni: il sì del governo, il no dei sindacati
«Siamo soddisfatti, il piano straordinario di assunzioni va avanti. Stiamo dando alla scuola i docenti di cui ha bisogno per garantire ai nostri studenti un’offerta più ricca che risponda ai loro bisogni formativi e guardi al futuro». Queste le parole del ministro Giannini per commentare le 8.532 cattedre assegnate sulle 8.776 previste nella fase B del piano straordinario di assunzioni della “Buona Scuola”. I docenti precari avevano tempo fino alla mezzanotte dello scorso 11 settembre per accettare o rifiutare l’immissione in ruolo e, da quanto appreso dal MIUR, sono stati solo 244 coloro che hanno detto no: 52 i casi di rinuncia esplicita, 192 le mancate risposte che in base alla legge 107 risultano pari a rinuncia. La regione italiana che ha presentato il numero maggiore di rinunce è stata la Calabria, il record dei “sì” è arrivato invece dall’Abruzzo e dal Molise dove tutti i docenti designati hanno accettato l’incarico.
Anche Davide Faraone, Sottosegretario all’Istruzione, commenta positivamente il risultato: «I numeri ci danno fiducia e ci dicono che siamo sulla buona strada: quella della continuità della didattica, quella della fine del precariato, quella di una buona scuola che restituisce dignità al ruolo dei docenti.» E continua: «Nessun boicottaggio, gli insegnanti hanno capito che il governo sta dando loro un’opportunità. Adesso potranno finalmente avere una stabilità economica e professionale. E la scuola una didattica di qualità».
Ovviamente il malcontento da parte dei sindacati della scuola non tarda a farsi sentire. Ebbene sì, la scuola è appena iniziata ma l’autunno si preannuncia rovente. Il nodo del contendere è proprio quello del piano straordinario di assunzioni, un piano da bocciare in toto secondo i sindacati. Il governo, con questa mossa, ha già immesso in ruolo poco meno di 38 mila precari e, con l’ultima fase, chiamata fase C, si prevede il contratto a tempo indeterminato per oltre 50 mila docenti. Il problema, secondo i sindacati, è costituito dai tempi e dalle modalità delle assunzioni: due terzi dei neoassunti, infatti, provengono dal Sud e si trovano a dover accettare una cattedra dall’altra parte d’Italia. Basti pensare che è proprio la Lombardia la regione con maggiori cattedre di neo-immessi: ben 2586. Secondo le stime del Miur, inoltre, circa 7000 delle 9000 assunzioni proposte rappresenta infatti un trasferimento in altra regione. I sindacati accomunano questo piano di assunzione ad un vero e proprio esodo e preparano già da ora la protesta che infiammerà e travaglierà i primi mesi scolastici. Le sigle sindacali Flc Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda hanno già lanciato una grande giornata di mobilitazione nazionale entro la prima metà di ottobre. «Bisogna riaprire la discussione e tenere unite le persone – ha spiegato Domenico Pantaleo, segretario Flc Cgil – perché la legge 107 divide. Per le immissioni in ruolo rivendichiamo che sia rispettato ciò che prevede la sentenza della Corte europea e quindi l’assunzione di tutto precariato».
@Fedefra85