Spotlight, film sulla pedofilia nella Chiesa

È stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia in questi giorni il film, Spotlight, film di denuncia fuori concorso alla mostra che rappresenta una vera e propria inchiesta sul mondo della pedofilia e sulle vittime di abusi sessuali nella chiesa americana. Le vittime reali del fatto accaduto nel 2001 alla proiezione del film sono scoppiate in lacrime, nel ricordo dei molti abusi subiti.

 

Si tratta di un film di denuncia che scuoterà comunque il mondo della Chiesa. Di scena (fuori concorso) alla Mostra, Spotlight, regia di Tom McCarthy, è un classico film americano di denuncia, lo stesso regista ha dichiarato: «Non mi aspetto particolari reazioni dai vertici della Chiesa», e ha affermato: «Devo ammettere di essere pessimista sull’ipotesi di cambiamenti. Mi piacerebbe però che Spotlight fosse visto dal Papa, dai cardinali, e dall’intera comunità ecclesiastica. Tutto ciò che mostriamo è documentato, il film non è un attacco alla Chiesa, che tra l’altro penso abbia ancora la possibilità di guarire».

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La pellicola narra le vicende reali venute a galla dopo l’indagine del quotidiano The Boston Globe sull’arcivescovo Bernard Francis Law accusato di aver coperto alcuni casi di pedofilia avvenuti in diverse parrocchie. L’indagine valse il Premio Pulitzer di pubblico servizio al quotidiano nel 2003. La storia vera della squadra di giornalisti del Boston Globe (dal loro nome viene il titolo del film) inizia nel 2001, quando il nuovo direttore del giornale, Marty Baron (Liev Schreiber) arriva a Boston da Miami e inizia un’inchiesta che a breve svelerà un segreto terribile, fatto di abusi sessuali e psicologici praticati da circa ottanta sacerdoti su oltre mille bambini. Un fiume di testimonianze e ricostruzioni che, attraverso seicento articoli, ha portato all’attenzione del mondo la spina nel fianco della Chiesa cattolica, una malattia contagiosa che ha allontanato dalla fede numerosi credenti, sconvolti, come racconta il film, dalla violenza subita, ma anche dal fatto che a compierla fossero persone a cui pensavano di potersi affidare. Ha raccontato il regista : «Molti di loro parlavano di doppio tradimento, di abuso fisico e insieme spirituale. Per tante delle vittime la religione contava moltissimo e l’essere costretti a vivere in silenzio quel tormento, spesso senza nemmeno il sostegno dei familiari, è stato terribile. Un crimine perpetrato contro innocenti indifesi». Il team giornalistico di Spotlight era composto da cronisti appassionati come Walter «Robby» Robinson (Michael Keaton), Sacha Pfeiffer (Rachel McAdams) e Michael Rezendes, personaggio affidato al carisma di Mark Ruffalo, che rappresenta il protagonista del film e ha dichiarato: «Spero che il Papa veda questo film, che il Vaticano lo usi come un’opportunità straordinaria per risarcire le vittime dei torti subiti, per curare le loro sofferenze».

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La storia raccontata, infatti, secondo l’attore Mark Ruffalo «ricostruisce semplicemente i fatti. È scioccante che a Boston in quel periodo fossero in tanti a far finta di non vedere. Non solo gli uomini di Chiesa, ma anche i media, i presidi di scuole prestigiose, i rappresentanti delle più alte cariche amministrative». La chiesa ha spesso “coperto” la gravissima questione della pedofilia. Oggi contiamo circa 4500 casi di pedofilia, e la cifra è con tutta probabilità di gran lunga inferiore al numero reale di casi.