Prima giornata negativa per le favorite
La prima giornata di Serie A sembra aver regalato grandi sorprese, in realtà ha confermato quelle previsioni che si fanno fuori dai canali ufficiali, quelle considerazioni fatte con la mano davanti alla bocca per evitare che i media invasivi e privi di idee possano costruirci un intera settimana di titoloni.
La Roma è quella dell’anno scorso: mancano pezzi in difesa e la lentezza nella ripartenza dell’azione vanifica l’acquisto di un centravanti vero come Dzeko. Tradotto: Strootman, di cui si ignora la fine di un preoccupante calvario, manca come il pane! Contro un Verona ordinato, veloce e compatto sarebbe servita una capacità di ribaltare l’azione molto più rapida. Luci ed ombre per la Lazio con la testa a Leverkusen, ma che in un modo o nell’ altro la sfanga sempre, è insomma una squadra ad immagine e somiglianza del suo presidente del suo ex (?)capitano.
Domenica le conferme delle perplessità più inconfessabili. La Juventus non è quella degli anni passati. Vidal, Tevez e Pirlo avevano fatto il loro tempo ma questo non significa che sono facilmente sostituibili. Ieri è stata evidente la mancanza di un leader in campo e la necessità di un piede caldo per calci piazzati o per una zampata vincente, insomma non si può chiedere a Pogba di sostituire sia Pirlo che Tevez e di fare comunque ancora il suo. Inoltre molto sfortunato Allegri che, già in piena emergenza dopo aver perso Khedira e Marchiso a centrocampo e Morata davanti, ha perso Mazzoleni in pieno recupero quando già aveva effettuato i tre cambi. Bene Colantuono che si copre, tira fuori dal cilindro un Bruno Fernandes a tutto campo e in una delle pochissime occasioni gela lo Stadium.
Per tutti questo sarà l’anno della rinascita di Milano. I rossoneri sbandano alla prima. A Firenze squadra fragile, dietro un ingenuo Romagnoli non vale ancora i milioni pagati e il centrocampo deve assolutamente essere più dinamico, per affrontare la Fiorentina di Paulo Sousa serviva una prova molto più convincente, espulsione frettolosa a parte. Per porre rimedio a tutto questo ecco arrivare Balotelli: ovvero come sputtanare una ricostruzione con una semplice mossa.
L’ Inter ride: in pieno recupero riesce a spezzare le reni ad una Atalanta ridotta in dieci (secondo il Mancio chiaramente un vantaggio per i bergamaschi) grazie ad una magia del redivivo per il calcio italiano (per non dire rimandato al mittente) Jovetic. Anche qui ancora tanto da lavorare, la manovra appare lenta come una fila all’ Expo.
Altra storia il Napoli. Il giudizio su Sarri (uomo troppo serio per il calcio italiano) va onestamente sospeso. Il suo approdo sulla panchina partenopea è una vera e propria rivoluzione per un grande club, il tempo dirà se ripercorrerà le orme di Sacchi al Milan o quelle di Maifredi alla Juve, speriamo che De Laurentiis abbia la dovuta pazienza, lo dimostra l’esperienza proprio di Di Francesco al Sassuolo che ha steso gli avversari con il rodato gioco messo in luce in questi anni.
Raccolgono poco le grandi, perdono tutte le neopromosse. Il Carpi subisce il contraccolpo della massima serie e della inopinata scelta di Brkic tra i pali mentre la Samp può tranquillamente riabbracciare Cassano a dimostrazione che in questo mondo la giustizia non esiste e certe persone cascano sempre in piedi, il Bologna almeno dal punto di vista della manovra è senz’ altro migliorato da quello visto nei play offs della stagione scorsa, il Frosinone di Stellone è stato fin troppo ingenuo al cospetto del più esperto Ventura e del suo Toro. Male l’Empoli serio candidato alla retrocessione contro un Chievo più fluido e attrezzato. Genoa e Palermo riprendono da dove avevano lasciato: tanta grinta, corsa e buon calcio.
Debutto alla camomilla per la goal line technology, e una due giorni in fin dei conti abbastanza tranquilla per gli arbitri, nessun incidente, chiari ululati razzisti allo Stadium, ma si sa che in questo caso i pay-commentatori pensano alla pagnotta e l’Osservatorio da Nazionale si trasforma in Astronomico e, credendosi Hubble, punta il suo occhio vigile lontano nello spazio profondo. Per il frettoloso calcio moderno prossima giornata già da incubo per Garcia ed Allegri faccia a faccia domenica alle 18 allo Stadio Olimpico, tra gli altri incontri sfida interessante al San Paolo tra Sarri e Zenga.