Fognini passeggia sul fantasma di Seppi
Fabio Fognini stravince il derby contro Andreas Seppi con un facile 6-4 6-1 e guadagna l’ingresso al secondo turno agli Internazionali di Roma. Con questa vittoria il ligure si porta 3-4 nel computo dei testa-a-testa con il connazionale, ma soprattutto conferma i progressi mostrati a Monte Carlo, dove si arrese solo in semifinale a Djokovic.
Il numero 24 al mondo (best ranking) parte bene, strappando subito un break all’avversario. In poco più di 8’ rischia anche di portarsi sul 3-0, ma deve fare i conti col ritorno del diesel-Seppi, che rimonta fino al 3 pari. L’altoatesino però non è capace di mantenere lo scambio lungo e soffre l’iniziativa del ligure. Fognini ruba ancora il servizio e torna a macinare un grande tennis, fatto di smorzata chirurgica e di dritto micidiale. Deve però sudarselo, il 6-4: prima di alzare bandiera bianca Seppi riesce a neutralizzare ben 7 palle set.
A questo punto dall’altoatesino sarebbe lecito aspettarsi altra verve. E invece il Seppi che scende in campo è un fantasma spento e a tratti rinunciatario, che agevola l’impresa del “fogna” sparando a rete una quantità inimmaginabile di palle. Quel giocatore che l’anno scorso su questa terra superava Wawrinka e Isner era fatto di altra pasta. Ma a Fognini va bene così. Il ligure mette a segno due break, si porta sul 3-0 e quindi mantiene il servizio per il 4-0 che affossa definitivamente Seppi. Tanto che la chiusura a 6-1 arriva con facilità disarmante, grazie all’ennesimo regalo dell’avversario.
La cura di José Perlas deve aver fatto bene al tennista ligure. Il fu allenatore di Moya, Ferrero e Almagro (200 mila euro la parcella annua) sembra essere riuscito nell’impresa di “regolare” la testa del rampollo di famiglia Fognini. Compito sicuramente arduo, visto che “il fogna” è capace di costruire un tennis eccelso per 15-20 minuti per poi buttare tutto al vento con ormai proverbiali passaggi a vuoto. Certo, trovare Nadal al prossimo turno rischia fortemente di compromettere la sua esperienza agli Internazionali. Sarà però un banco di prova. Inevitabile, se si vuole diventare grandi.