Cei contro il governo: «Non basta salvare i migranti in mare»

Nuovo attacco del segretario generale Cei, monsignor Nunzio Galatino verso il Governo sul tema immigrazione. Famiglia Cristiana riporta l’invettiva del vescovo che non risparmia nemmeno l’esecutivo, all’ombra di una disputa che giorni fa travolgeva le opposizioni da Grillo a Salvini definiti dal vicario “piazzisti da quattro soldi”.

«E’ il governo che è del tutto assente sul tema immigrazione, non basta salvare i migranti in mare per mettere a posto la coscienza nazionale», questo il biasimo del numero due dei vescovi. Nel mirino soprattutto l’assenza di interventi legislativi idonei, monsignor Galatino evidenzia aspramente l’inadeguatezza della normativa italiana sul tema, asserendo: «Potremmo imparare dalla Germania e copiare le sue leggi. Invece noi abbiamo sempre scritto leggi che in buona sostanza respingono gli immigrati e non prevedono integrazione positiva. Prima la Turco-Napolitano e adesso la Bossi-Fini […] le pratiche per la richiesta di asilo sono lunghissime, un calvario la richiesta di permesso di soggiorno. Parcheggiamo gli immigrati qua e là in Italia. Se invece ci fosse almeno uno straccio di permesso di soggiorno provvisorio potrebbero lavorare e la gente non li vedrebbe più bighellonare in giro e non direbbe che mangiano a spese degli italiani già in crisi. Ma nessuno spiega che è la legge che impone la non integrazione». Un cambio di rotta quello che auspica il segretario generale Cei che però non dimentica di rispondere a chi accusa la Chiesa di non fare abbastanza: «Smettiamo una volta per tutte con quella richiesta al Papa di portare gli immigrati in Vaticano e ai vescovi di ospitarli nelle chiese e nei seminari»  dichiara «è un mantra che non si può più ascoltare». Galatino declassa a “banalità spaventose” le repliche del leader del Carroccio e di Beppe Grillo, difendendo l’operato di Caritas e diocesi. Durissimo anche contro l’accusa di speculazione: «Perché non vengono a vedere? Nelle nostre strutture , quelle accreditate, la polizia ci porta gli immigrati e poi chi si è visto si è visto. Ogni tanto vengono a dare un’occhiata, appare magari un impiegato della asl per controllare e basta. Noi ci arrangiamo, tiriamo fuori soldi di tasca nostra e nessuno ci guadagna. Noto che anche in questo caso parlano piazzisti di parole che incendiano ed esasperano gli animi».

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L’intervista riaccende così la querelle, alle parole del monsignore seguiranno fitte le repliche sul fronte politico. Matteo Salvini affida la sua risposta a Facebook: «Il signor Galatino, portavoce dei vescovi, pensa che gli italiani debbano accogliere tutti gli immigrati sempre e comunque. E i leghisti che non la pensano come lui, sono ‘fanfaroni da osteria’. L’immigrazione senza limiti e senza regole è solo caos. Per i 4 milioni di disoccupati e i 9 milioni di poveri, niente alberghi? Ma l’Italia è ancora una Repubblica o dipende dal Vaticano? Chiedo a voi amici cattolici ma questo Galatino ha rotto le scatole?». Anche Beppe Grillo affida il suo commento alla rete: «L’emergenza profughi sembra sbucata fuori dal nulla, ma al di là della questione umanitaria, che va affrontata, nessuno ne denuncia apertamente le cause che risalgono alla destabilizzazione del Nord Africa e del Medio Oriente da parte delle potenze occidentali». Più caustica Debora Serracchiani (PD), dove ai microfoni del Tg1 risponde: «A tutti quelli che dispensano soluzioni, a chi dà giudizi ingenerosi, a chi la fa facile, rispondiamo che questo governo sta affrontando con razionalità una soluzione difficile e lo sta facendo molto meglio che in altre parti». Seguirà il dietrofront del settimanale cattolico: «Sua eccellenza è stato strumentalizzato in quanto l’intervista doveva vertere solo sul progetto della Chiesa italiana per consentire a 1400 ragazzi iracheni profughi di tornare sui banchi di scuola. Monsignor Galatino ribadisce che il suo unico vero interesse è e resta quello di difendere l’operato del Papa. Siamo dispiaciuti per l’incidente e, ribadendo stima e affetto a monsignor Galatino, gli porgiamo le nostre scuse». Un fuoco di paglia risoltosi in un nulla di fatto.

@FedericaGubinel