Messico e Stati Uniti lavorano alla modernizzazione della frontiera
Giovedì 2 e venerdì 3 Maggio Città del Messico è stata in fermento per la visita del presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Il soggiorno è durato poco più di 24 ore, durante le quali questi ed Enrique Peña Nieto, presidente messicano, si sono promessi grandi collaborazioni e progetti ambiziosi riguardanti il tema dell’integrazione economica, quello della migrazione messicana negli Stati Uniti e della tanto scottante questione sicurezza.
Gli ultimi due argomenti, maggiormente delicati, attuali e urgenti rispetto al primo, più che trattati sono stati accennati, visti i ‘lavori in corso’, da parte del governo statunitense, rispetto all’apertura e alla tolleranza delle leggi migratorie nei confronti dei numerosi cittadini messicani all’interno del Paese, per i quali sono previsti interventi di legalizzazione. Non essendo dunque attiva e, quindi, completamente sicura la messa in atto di questa riforma, il presidente messicano non ha voluto indagare troppo riguardo ciò, in modo da rendere possibile il sereno andamento dei procedimenti, senza troppe interferenze, all’interno degli Stati Uniti. Peña Nieto, a sua volta, ha espresso il progetto di ridurre il più possibile la migrazione illegale di persone e l’ingresso, altrettanto illegale, delle armi all’interno del proprio Paese; allacciandosi a questo tema, anche Obama ha dichiarato la necessità del controllo della vendita delle armi negli Stati Uniti.
Il cardine delle due conferenze dei giorni 2 e 3 maggio, tenutesi rispettivamente presso il Palacio Nacional di Città del Messico, sede del potere esecutivo federale del Paese, e presso il Museo di Antropologia della capitale messicana, è stato però quello riguardante i progetti di integrazione economica. Entrambi i Paesi hanno infatti come obiettivo quello di creare dinamiche e potenti connessioni commerciali tra le due aree, promuovendo l’innovazione, l’imprenditoria, l’aumento di posti di lavoro e dando un impulso alla competitività con i mercati più dinamici del mondo, come quello asiatico, attraverso la vendita complementare di prodotti messicani e statunitensi. I progetti sono diversi e di fondamentale importanza, e il Messico è un Paese con un grande potenziale, un’economia dinamica, giovane, un popolo lavoratore e instancabile; è giusto quindi che il potente vicino collabori alla sua crescita e non allo sfruttamento.
Fonti: http://www.cnnexpansion.com/economia/2013/05/03/museo-antropologia-obama-mexico-economia
di Ilaria Francesca Petta