Arte in tv, la bellezza oltre lo schermo

“L’arte non è ciò che vedi, ma ciò che fai vedere agli altri” sosteneva Edgar Degas, uno dei più grandi esponenti del movimento impressionista, e, nonostante sia passato più di un secolo, queste parole hanno faticato – e a volte faticano tuttora – a trovare riscontro nella società.

Siamo stati abituati a porre la bellezza su un piedistallo, come una forma d’espressione inarrivabile, destinata solo ad essere ammirata, divulgata e compresa dagli esperti del settore, ma non ci siamo resi conto che l’arte è riuscita, passo dopo passo, ad emergere nei luoghi meno prevedibili, nelle forme di comunicazione più immediate e attuali, come la televisione. Arte e tubo catodico, creatività e logiche commerciali: due mondi apparentemente agli antipodi ma non così lontani, se collocati nella giusta cornice.

Lo sa bene Fabio Fazio che, durante il suo “Che tempo che fa”, ha dato grande spazio all’arte, passando con disinvoltura dalle interviste al professor Flavio Caroli ad esibizioni di ospiti all’interno di musei statali, e lo ha ribadito a gran voce Alberto Angela con alcune puntate di “Ulisse – Il piacere della scoperta”, un’operazione degna di nota per aver reso interessanti e interattivi i documentari, prendendo per mano lo spettatore e conducendolo in luoghi della cultura di rara bellezza, come il Palazzo del Quirinale di Roma.

Il gruppo scultoreo del Laocoonte (Musei Vaticani)
Il gruppo scultoreo del Laocoonte (Musei Vaticani)

Se è vero che grazie alla Rai, in linea con il suo ruolo di servizio pubblico, l’ arte in tv ha preso sempre più piede, è pur evidente che, con la nascita di Sky Arte HD, i capolavori di pittori, scultori e writers hanno avuto maggior risonanza, regalando agli spettatori momenti di estasi. E’ il caso ad esempio di “Musei Vaticani – Tra cielo e terra”, un percorso emozionante e denso di significati, dove la monumentalità e la raffinatezza regnano sovrani: attraverso l’immortale gruppo scultoreo del Laocoonte, il sublime “Giudizio Universale” di Michelangelo Buonarroti e la moderna interpretazione della sofferenza di Cristo nella “Crocifissione” di Salvador Dalì, l’arte entra direttamente in contatto con il divino e si esprime alla massima potenza, andando oltre la forma, il colore e lo spazio e dando vita a qualcosa di unico e irripetibile.

Ma il compito dei media non può e non deve esaurirsi nel riportare in auge le bellezze del passato: è per questo motivo che, nel nuovo palinsesto autunnale di Sky Arte HD, torna “Muro”, un format televisivo realizzato in collaborazione con Il Fatto Quotidiano e destinato a porre l’accento sul movimento artistico più amato e controverso del nostro secolo, la Street Art. Da Nord a Sud, i muri dei quartieri saranno le tele bianche protagoniste del programma, con un unico obiettivo: dare spazio alla creatività e nuova linfa a quelle zone urbane maggiormente esposte al degrado. “Abbiamo affidato un muro ad artisti italiani per farlo diventare un quadro in un quartiere degradato di una diversa città, come Roma o Ravenna o Bologna, e ce ne saranno molte altre. Si vedrà nascere l’opera ma sarà anche descritto il quartiere in cui verrà realizzata”, ha rivelato all’ANSA Roberto Pisoni, direttore di Sky Arte HD.

Grazie anche a fenomeni culturali come la Street Art, il divario tra la creatività e i media si è assottigliato e l’arte si è avvicinata ancora di più al cuore degli spettatori, collocandosi nel contesto televisivo come una forma d’espressione in divenire, una rivoluzione tanto degli occhi quanto dello spirito.

Twitter: @VerBisconti