Italia condannata dalla Corte di Strasburgo: riconosca le unioni gay
I giudici di Strasburgo hanno condannato l’Italia per la violazione dei diritti di tre coppie omosessuali. La Corte europea dei diritti umani ritiene che l’Italia dovrebbe introdurre il riconoscimento legale per le coppie dello stesso sesso, e quindi riconoscere le unioni gay.
A fare ricorso alla Corte europea dei diritti umani sono state tre coppie di omosessuali che vivono rispettivamente a Trento, Milano e provincia di Milano. Tutte e tre hanno chiesto, senza successo, ai loro Comuni di fare le pubblicazioni per potersi sposare. L’Italia dovrà pagare loro 5mila euro per danni morali dovuti alla violazione del diritto al rispetto della vita privata e familiare. La sentenza diventerà definitiva tra 3 mesi se i ricorrenti o il Governo non chiederanno e otterranno un rinvio alla Grande Camera per un nuovo esame della questione.
La Corte ha condannato l’Italia per violazione dell’articolo 8 della Convenzione dei diritti dell’uomo, quello sul “diritto al rispetto della vita familiare e privata”. La Corte sottolinea, per altro, che tra i Paesi membri del Consiglio d’Europa c’è la tendenza a riconoscere i matrimoni omosessuali, con 24 su 47 stati che hanno adottato una legislazione in tal senso, e ha ricordato che la Corte Costituzionale italiana ha invitato ripetutamente a creare una protezione legale anche in italia.
La sentenza provoca diverse reazione politiche nel nostro paese, il Presidente della Camera Laura Boldrini scrive su Facebook: “Non possiamo continuare ad essere un Paese malato di disuguaglianza, economica prima di tutto, ma anche sociale”. Mentre il leader della Lega Nord Matteo Salvini scrive su Facebook: “La Corte di Strasburgo condanna l’Italia perchè non riconosce le coppie gay. Non una parola sull’immigrazione, sulle tasse, sulle pensioni, sulla disoccupazione. Penso che le emergenze, per eterosessuali e omosessuali, siano queste. La corte di Strasburgo ha rotto le palle! Non sarà un burocrate europeo a decidere il futuro nostro, e dei nostri figli”. Per Monica Cirinnà (Pd), relatrice del ddl all’esame del Senato, è “necessario e urgente giungere ad un testo che tenga conto dell’insieme dei diritti umani e sociali che vanno riconosciuti alle coppie gay”. Anche il gruppo M5S al Senato ha chiesto “di colmare questo vuoto normativo che non è degno di un Paese civile”.
Solo pochi giorni fa, all’Assemblea del Pd, il premier Matteo Renzi aveva promesso l’approvazione entro la fine dell’anno di una legge sulle unioni civili attirando le critiche della Cei. Secondo i vescovi, infatti, “non si tratta di un’urgenza”. Se per la Cei non è un’urgenza, invece, per tante coppie omosessuali, che in Italia pagano le tasse come tutti gli altri cittadini, è diventata la priorità.