Mi rifaccio vivo di Sergio Rubini, la commedia degli antagonismi in linea coi governissimi
“Tieniti stretto gli amici, ma ancora di più i tuoi nemici” recita il motto di un antico proverbio e, da ultimo, il sunto dell’ultimissimo film di Sergio Rubini – l’undicesimo della carriera del regista barese – Mi rifaccio vivo.
Prodotto da Fandango, in collaborazione con Rai Cinema, Mi rifaccio vivo è la storia di Biagio Bianchetti (Lillo Petrolo), “sfigato” sin dai tempi delle elementari per via del suo compagno di scuola, Ottone Di Valerio (Neri Marcorè), che lo ha sempre scavalcato in tutto nella vita collezionando una serie di successi e coprendo di ridicolo il malcapitato Biagio. Quando per quest’ultimo l’ennesima sconfitta si riaffaccia alle porte decide di farla finita suicidandosi. Una volta nell’aldilà scopre però che, per una buona azione compiuta sulla Terra, ha diritto ad un bonus: tornare nel mondo dei vivi per una settimana e dimostrare di essere un uomo migliore. Sebbene a Biagio non importi nulla di dare una svolta positiva al proprio destino accetta solo con l’intento di distruggere la felicità di Ottone e, per mettere in atto il suo diabolico piano, sceglie di incarnarsi in Dennis Rufino (Emilio Solfrizzi), un super manager nelle cui mani Ottone ha consegnato le sorti della sua azienda. In realtà quello che scoprirà accanto al suo rivale sarà ben diverso da quanto aveva immaginato e che credeva di sapere del suo antagonista. Sarà così che Biagio inaspettatamente si ritroverà a lottare per salvare la vita del suo eterno nemico, salvando così, alla fine, anche la propria.
Sergio Rubini ha definito la sua ultima pellicola come un «film sulla pacificazione». Il motto è per l’appunto “Conosci il tuo nemico”, un tema abbastanza contemporaneo nel mondo globale come quello che stiamo vivendo oggi e in linea con i governissimi. «Solo con la conoscenza si può disattivare il proprio nemico, arrendendosi e dialogando con l’altro per mettere fine alle armi e fermare i conflitti che ci attanagliano ogni giorno» ha spiegato il Rubini «Non è un discorso moralistico, come può sembrare, lo definirei piuttosto come un discorso utilitaristico, ossia sapere quanto più possibile del tuo nemico per vivere meglio invece di combatterlo o averne paura, anche per il bene di tutta l’umanità».
«A questo punto il prossimo film che dovrai preparare sarà quello che supera il concetto di nemico» interviene Neri Marcorè «perché va bene conoscere il nemico e trovare il modo per appianare i dissidi ma poi, a furia di conoscerlo e affiancarlo, ti rompi anche un po’ le balle insomma» dice scherzando e poi aggiunge «comunque a prescindere se il film vi piacerà o non vi piacerà io mi sono divertito molto a fare lo stronzo».
Nel cast sono presenti anche Enzo Iacchetti, Margherita Buy, Vanessa Incontrada e Valentina Cervi. Le figure femminili rappresentano invece l’ago della bilancia di questo film, un po’ perché l’antagonismo femminile è sempre qualcosa di ancestrale, morboso al contrario di quello maschile che è più comico, e un po’ perché accanto alle solite donne nevrotiche – incarnate alla perfezione da Margherita Buy e Valentina Cervi che suggeriscono una nevrosi compulsa – è contrapposta una femminilità più compiuta, più leggera, come quella di Vanessa Incontrada.
«Vanessa era perfetta per questo film perché incarna proprio questo prototipo di femminilità più leggera» ha ammesso Sergio.
«Io ringrazio Sergio per i complimenti che mi ha fatto e aggiungo che mi sono divertita molto a girare questo film perché c’erano tanti componenti che volevo fare» ha contraccambiato Vanessa.
«Sergio ha la capacità di farti entrare nel personaggio, di fartelo vedere» ha aggiunto Valentina Cervi sostenuta anche da Lillo che si trova pienamente d’accordo con quanto affermato dall’attrice «con lui non devi fare molto perché ti semplifica molte cose ma soprattutto ti aiuta a superare i tuoi limiti».
Margherita, come ti sei trovata ad interpretare ancora una volta la parte della nevrotica?
«È un personaggio che è stato scritto per farmi un dispetto» ride l’attrice lanciando uno sguardo ad ognuno dei suoi colleghi.
E tu Emilio cosa ci racconti? Come è stata la tua esperienza sul set?
«A me Sergio ha detto che avremmo girato un film drammatico» scherza l’attore pugliese «comunque, scherzi a parte mi sono divertito soprattutto perché dovevo fare da involucro di Lillo, anche se non so come facesse Sergio a vedere Lillo in me, bah… È un cinema che racconta per addizione, cioè anche attraverso il fisico, una comicità quindi fatta non solo di parole, ma anche di fisicità».
In genere il comico è colui che ruba la scena, ma in questo caso sia Emilio, tanto Lillo quanto Neri Marcorè sono stati dei comici generosi sia sul set che al cinema.
Nelle sale dal 9 maggio.