Le intercettazioni di Renzi su Enrico letta: “Buono ma incapace”
<<Sì, sì. Rimpastino sicuro. Rimpastone, no rimpastino!>> così il Fatto quotidiano in prima pagina apre l’edizione del mattino, a parlare l’ormai premier Matteo Renzi, all’epoca neo segretario del PD, riferendosi all’imminente destino del Governo Letta. E’ l’inchiesta Cpl Concordia a rivelare i retrocena della vicenda grazie ad un intercettazione tra Renzi e il comandante interregionale della Guardia di Finanza Michele Adinolfi.
<<Lui non è capace, non è cattivo, non è proprio capace. E quindi… però l’alternativa è governarlo da fuori>> questo il commento del Premier sull’allora collega Enrico Letta. Correva l’anno 2014 e l’estrema unzione al grido #enricostatisereno stava per licenziare l’esecutivo lettiano promosso da Bersani all’ombra dello scandalo sui 101 franchi tiriatori. Che tra i due non corresse buon sangue non è un mistero, d’altronde lo stesso passaggio del testimone, la celebre cerimonia della campanella ritraeva un Letta attonito, silenzioso, infastidito da quel golpe casalingo tutto a firma Matteo Reanzi. Gli attriti i dissapori c’erano da sempre ma le intercettazioni dipingono un Renzi diverso, grottesco, ben lontano da quel “senso di responsabilità” di cui sempre s’era pavoneggiato. Andando avanti la faccenda si fa più succulenta, Adinolfi avanza un’ipotesi: <<Secondo me ha il taglio del Presidente della Repubblica>> e Renzi, risponde:<<Lui sarebbe perfetto, gliel’ho anche detto ieri>>. Premio di consolazione sarebbe stato quindi: il Quirinale, un posto al Colle per Enrico in cambio del passo indietro a Palazzo Chigi. L’equilibrista fiorentino aveva messo in conto tutto, stiracchiare Napolitano fino al 2016 anno in cui Letta avrebbe compiuto 50 anni nonché eventuali, indispensabili sponde d’appoggio: <<Berlusconi invece sarebbe più sensibile a fare un ragionamento diverso. Vediamo via, mi sembra complicata la vicenda>>. Unica spina nel fianco però, proprio Napolitano ben poco incline a tener caldo la paltrona: << Quell’altro nel 2015 vuole andar via e … Michele mi sa che bisogna fare quelli che… che la prendono nel culo personalmente… poi vediamo magari mettiamo qualcuno di questi ragazzi dentro nella squadra… a sminestrare un po’ di roba>>. Ben poco incline anche lo stesso Letta che a quanto pare avrebbe declinato l’invitante offerta del leader fiorentino. La storia è ormai agli atti giudiziari e agli onori della cronaca. Il Frank Underwood italiota, il sindaco d’Italia, che si fa largo a Palazzo Chigi come in una puntata di House of Cards, il Patto del Nazareno che avrebbe iniziato a metter radici ben prima dell’insediamento dell’attuale esecutivo e chiaramente la turlupinatura a novanta del buon Enrico necessario effetto collaterale.
Renzioni blande dal mondo politico. Enrico Letta risponde con un tweet: <<Cosa penso delle frasi e dei comportamenti di Renzi rivelati sul fatto quotidiano oggi? Si commentano da soli>>. Unica eccezione quella del senatore emerito Giorgio Napolitano dettosi indignato dal chiacchiericcio di chi insinuava una sua ricattabilità per certi affari poco chiari del figlio Giulio che ora minaccia querele. Aldilà dei retroscenismi, il golpe renzista non era e non è un mistero ma le intercettazioni accendono un campanello d’allarme su tutte le vicende politiche degli ultimi tre anni. Monti, Letta, Renzi, la rielezione di Napolitano una serie concatenata di tatticismi politici a parte di un voto elettorale rimasto lì a far cassa per il prossimo venturo, mercimonio del nuovo arrivato. <<L’Italia è una repubblica neo-monarchica>> andrebbe riscritto in Costituzione e chissà sé tra un comma e l’altro, nella nuova riforma costituzionale a mano burattini e burattinai non si trovi spazio anche per questo.
INTERCETTAZIONI COMPLETE