Muslim Gangs: manuale ISIS per conquistare Roma
Il 27 giugno su SITE Enterprise, il website d’intelligence che monitora i movimenti di tutti i componenti jihadisti dell’auto-proclamato Stato Islamico, pubblica un ebook che in pochi minuti raggiunge milioni di contatti. “Muslim Gangs” è la guida pratica, quasi un manuale di istruzioni per i “figli e fratelli del Califfato” che vivono in Occidente, da come costruire bombe o telefonare senza lasciare tracce fino ai videogiochi sparatutto con cui esercitarsi. Calcando l’organizzazione delle gang che nella East London seminarono il terrore perseguitando donne ed omosessuali, gli autori del manuale spiegano come i “lupi solitari” debbano trovare compagni del califfato con cui unirsi o addirittura reclutare adolescenti occidentali per servire la jihad. Partendo dal principio occorre dire che la jihad non intende riunire propriamente gli individui in gang o gruppi bensì in Usbah ovvero “fratelli legati dalla forza” il cui unico obiettivo è quello di sacrificare tutto e tutti in nome del dominio di Allah sulla Terra, utilizzando una vera e propria strategia che cercheremo di riassumere nei suoi punti salienti:
- “Serve un leader carismatico nel vostro paese, se avete formato la gang scegliete quello ben voluto da tutto il quartiere, qualcuno di cui la gente si possa fidare”
Dopo aver scelto l’obiettivo comune della Usbah (propaganda o attività militare) è necessario eleggere un capo, che coordini le azioni e che garantisca il corretto funzionamento della cellula. Egli, secondo gli autori, deve essere una persona priva di sospetti, ben voluto da tutti, garanzia di fiducia e di onestà, solo così è possibile conquistare “cuori e menti” della comunità.
- “Offrite cibo ai nuovi arrivati, rimuovete dai loro animi il timore della polizia. La strategia da attuare è la Tawwahhush“.
Il fine sociale della gang è quello di isolare i musulmani dalla società che li circonda, farli sentire a casa ed in famiglia solo con i membri della usbah per innescare in loro un senso di estraneità verso gli stranieri (occidentali) ed evitare che nutrano sentimenti di pietà nei loro confronti.
- “Servono soldi, armi e rifugi. Il miglior modo per procurarsi denaro è quello di colpire le gioiellerie e di clonare carte di credito, fate esplodere i bancomat se necessario.”
Un intero capitolo dell’ebook è dedicato a come procurarsi denaro, spiegando nel dettaglio le basi per attuare frodi informatiche o clonare carte di credito, attraverso cui è possibile ricavare fondi da utilizzare per gli obiettivi della gang. Un ampio spazio è invece dedicato alla fabbricazione di bombe ed esplosivi fatti in casa, utilizzando un cellulare come detonatore, un metodo largamente diffuso già da parecchi anni e che sembra essere anche di facile preparazione, vista la quantità di video tutorial presenti in rete.
- “Giocate ai videogame di guerra, Call of Duty vi insegnerà le tecniche di assalto. Siate pronti a tutto.”
Quasi esilarante per noi occidentali, che membri di un’organizzazione terroristica si esercitino su uno dei giochi più venduti per console, eppure il califfato crede che un allenamento costante ai videogame possa in qualche modo fungere da “simulatore” di battaglia e sparatorie.
Quello che però intendiamo mettere in risalto è l’agghiacciante analisi storica degli ultimi capitoli, in particolar modo gli autori fanno riferimento alle questioni immigrati e crisi economica, piaghe dilanianti nello scenario italiano ed europeo, a parer loro questa situazione favorirà la politica di estrema destra, attraverso cui sarà più facile approfittare degli scontri con neonazisti e neofascisti per creare un corridoio terrestre che conduca direttamente a Roma. L’Isis progetta di coinvolgere musulmani inglesi, francesi, spagnoli e sopratutto scandinavi, per penetrare in Italia dal Nord e da Est con l’aiuto di kosovari e bosniaci. A testimonianza di quest’ultima “alleanza” vi è la rivelazione del New York Times secondo cui delle truppe Isis starebbero già combattendo sul fronte ceceno anti-Putin e che trenta uomini per battaglione sarebbero affiliati del califfato amici di quell’ Abu Bakr al-Baghdadi, il controverso leader dell’Isis. Molti hanno ipotizzato che le truppe dello stato islamico appoggino il fronte ucraino in cambio di un futuro loro appoggio in altre campagne. Che siano proprio quelle rivolte alla “conquista” di Roma?
Inutile aggiungere però, che le minacce all’Italia ed alla sua Capitale, sono presenti già da parecchio tempo nelle propagande Isis senza però trovare riscontro in attacchi terroristici imminenti, anche se negli ultimi quindici giorni le forze dell’ordine hanno individuato ed arrestato oltre dieci soggetti che in diverse zone d’Italia inneggiavano alla jihad e pianificavano attacchi a Roma e Vaticano.
Roma, da sempre, nutre un significato di vitale importanza per l’Isis e per lo stato islamico a cominciare da documenti di matrice storica che proverebbero un’antichissima venuta dei musulmani in Capitale. Partendo dal concetto fondamentalista che “se una terra diventa islamica, rimarrà islamica per sempre” nell’846 delle truppe musulmane risalirono il Tevere e saccheggiarono le città, depredando anche San Pietro e sottraendo preziosi manufatti d’oro e d’argento. Questa incursione però non trovò mai riscontro oggettivo secondo gli storici che hanno dimostrato la non-esistenza di alcun documento riguardante la venuta dei musulmani e che anzi questi non avrebbero mai avuto una “chiara” visione di Roma, addirittura confondendola con Costantinopoli o come una città magica con migliaia di chiese, con 120.000 campane, e 23.000 conventi, cifre davvero esagerate per quel tempo. Alcuni di loro credevano alla cosiddetta “salvatio Romae” , cioè che le statue romane fossero in realtà vive e che in caso di pericolo o di attacco avrebbero avvisato la città suonando i campanelli che avevano al collo o che addirittura esistessero degli uccelli che fornissero ai romani olive o direttamente olio per alimentare le lampade nelle chiese.
E’ quindi chiaro che sin dall’antichità, i musulmani non abbiano mai avuto una “lucida” idea di Roma, che se prima era la Capitale della magia adesso viene percepita non solo come il fulcro della Cristianità (ospitando entro in confini lo Stato Vaticano) ma anche come città degli infedeli e delle perversioni tanto da far dichiarare all’Is che presto o tardi avrebbero conquistato “la vostra Roma, faremo a pezzi le vostre croci e ridurremo in schiavitù le vostre donne.” Allarmi e messaggi che non sono mai stati sottovalutati e che proprio ultimamente in vista della pubblicazione di Muslim Gangs, hanno fatto sì che venissero schierati nuovi agenti per implementare i controlli nelle “zone a rischio”. Non stiamo parlando di un pericolo imminente che prima o poi potrebbe verificarsi, ma di un allarme che sarebbe imperdonabile trascurare, la questione delle Gangs infatti, sembra essere piuttosto in linea con la tendenza odierna dell’aggregazione in gruppi criminali di molti giovani europei ed è forse proprio questo il vantaggio dell’Isis in occidente: saper sfruttare fenomeni e comportamenti dei più giovani per proiettarli in una spietata ottica di violenza.