Criminologia oggi: vittime, crimini e conflitti

Se quello della Criminologia è un settore molto vivace e attivo di questi tempi, da molteplici punti di vista, potrebbe comunque stupire l’interesse sulla materia da parte dell’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare. 

Un interesse profondo e ampio, invece, dimostrato dall’attivazione non solo di un  Master specifico, ma di un vero e proprio Dipartimento di Scienze Forensi.
Per comprendere le motivazioni e le direttrici lungo le quali tale interesse si articoli, abbiamo intervistato la Presidente dell’INPEF, la Prof.ssa Vincenza Palmieri.

– Prof.ssa Palmieri, perché questo interesse da parte vostra nei confronti della Criminologia?

Innanzitutto perché, sia in Italia che oltre l’ambito nazionale, un gran numero – spesso la maggior parte – dei delitti si compiono tra le mura domestiche, nel contesto o a seguito di relazioni private o familiari.

Accade di frequente che i delitti più efferati rappresentino l’apice di un conflitto che non si è saputo gestire, a causa di un sostegno genitoriale che è mancato o addirittura in conseguenza di errori imputabili ad una mancanza di educazione o formazione delle figure di mediazione che, invece di aver correttamente gestito la conflittualità, la hanno acuita, inserendo elementi ulteriori di problematicità.

– Quali sono le vittime di tali crimini e conflitti?

Le vittime più comuni sono i bambini, le donne, ma anche gli anziani. Questi ultimi, per esempio, trovano meno spazio sulle prime pagine dei giornali ma a ben pensare tutti noi conosciamo storie di maltrattamenti, reati, vessazioni di cui sono stati vittime. In casa o in strutture dove sono a tutti gli effetti torturati, addirittura soppressi: si pensi alle vicende degli “angeli della morte” in alcuni ospedali.

Sono i soggetti più fragili, comunque. Basti pensare ai bambini, attorno ai quali si muove il mondo, solo da poco emerso dal silenzio, della pedofilia, della pedopornografia.

– E’ una materia cruda e delicata

Esattamente. Spesso si assiste a scene del crimine di enorme cruenza, spesso ci muoviamo nell’ambito di sevizie e atti che non possono essere trattati soltanto da “tecnici” – quindi esperti balistici, dello studio del DNA, ecc… – ma devono essere oggetto di indagine anche da parte di figure in grado di ricercare il senso e le motivazioni nascoste dietro l’ovvio; professionalità capaci di ricercare la Verità attraverso l’analisi di atti documentali, muovendosi all’interno dei confini previsti dalla Legge, elaborando perizie complete e articolate.

– Voi all’INPEF, però, non avete disdegnato, nella ricerca dei docenti, anche i ruoli più tecnici

Assolutamente. Anzi, abbiamo voluto i migliori.
L’obiettivo è proprio quello di strutturare un percorso formativo che non si ascrivesse nel mero rango dei master professionalizzanti ma rappresentasse molto di più. Abbiamo, allora, professionisti che calibro del Generale Luciano Garofano, Marina Baldi, Marino Farneti, Francesco Miraglia, Francesca De Rinaldis, Stefania Petrera, Daniela Scarpetta, Donatella Ceré, Eleonora Grimaldi, Roberta Lombardi, Beatrice Farneti, Paola Gnasso, Antonio, Turco, Manola D’Amato, e molti altri, veri e propri scienziati del settore.

E allora i nostri studenti si cimentano non soltanto nella costruzione di un profilo, nell’analisi comportamentale, ma hanno a che fare anche con un poligono di tiro, con i laboratori scientifici, con gli strumenti utili ai rilevamenti sulla scena del crimine, imparano a manovrare un quadricottero (il ‘drone’ – NdR) e a compiere le rilevazioni in zone impervie, si cimentano con la grafologia forense (ben 20 ore) e con la ricostruzione della scena in 3D. Potrei continuare, ma credo sia chiaro che la cosa a cui teniamo è che abbiano tutti i parametri necessari.

– I parametri per avere un’idea completa ed esaustiva della materia

Bisogna essere onesti: in questo campo è impossibile, arrivati ad un certo punto, non scegliere di specializzarsi, è pressoché automatico. Ognuno sceglie naturalmente l’ambito di analisi da approfondire. Può essere la balistica, come l’analisi comportamentale, il settore delle rilevazioni… Oppure, invece, magari lo studente vorrà approfondire ed ampliare una panoramica più generale, per una questione di curiosità e cultura personale.

Le competenze sono così tante che, quando i ragazzi finiscono le lezioni, ad ogni edizione capiamo che c’è sempre tanto da fare, insegnare, imparare, implementare: il campo della fragilità sociale e della ricerca della verità e giustizia richiedono una competenza, uno studio e un apprendimento costanti.

– Si avverte una grossa passione nella Sua voce

In effetti siamo molto orgogliosi di questa esperienza che si è avviata anni fa e che poi è stata la base per attivare un vero Dipartimento di Studi Forensi. Ora, affianco al master in Criminologia, in continuo aggiornamento, c’è quello in Mediazione Penale Minorile, in Pedagogia Giuridica, Forense e Penitenziaria, in Psicologia Giuridica e Forense e molti altri. E’ un Dipartimento ampio, caratterizzato da una grande serietà da parte di chi se ne occupa.

– Possiamo dare qualche “indirizzo” e contatto per chi avesse avvertito nascere una curiosità in tal senso, leggendo questa nostra intervista?

Certo. Innanzitutto dell’INPEF – Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare

Via dei Papareschi, 11 – 00146 Roma (Angolo Piazzale della Radio) Tel. 06/5811057

E poi proprio sul Master: http://www.pedagogiafamiliare.it/file/master_criminologia.html