La domenica indimenticabile di Palazzo Chigi
Luigi Preiti, 49 anni da Rosarno in Calabria: è stato lui l’uomo più chiacchierato nel giorno della presentazione dei ministri dell’incombente diciassettesima legislatura della Repubblica Italiana.
Ore 11 di una tranquilla domenica mattina romana: in giacca e cravatta, abiti formali che gli donavano un tocco di professionalità e – financo – insospettabilità, il cittadino si è recato nella mattinata di ieri nei pressi di Palazzo Chigi, armato di una pistola a suo dire comprata al mercato nero di Alessandria (ove ha risieduto per parecchi anni lavorando come muratore). È là che, dopo aver manifestato alcuni sintomi di nervosismo, come citato da taluni spettatori, ha estratto l’arma dalla tasca sparando 6-7 colpi nei confronti dei carabinieri presenti sul posto.
Uno di loro è rimasto gravemente ferito: si tratta del brigadiere Giuseppe Giangrande, cinquantenne di Prato che ha ricevuto una pallottola al collo e si trova attualmente in prognosi riservata presso il Policlinico Umberto I. Feriti anche un appuntato, Francesco Negri di 30 anni che ha riportato una frattura alla gamba, nonché una passante incinta, colpita al braccio da una scheggia di proiettile. Conseguenze peggiori sono state evitate da una colluttazione in cui i carabinieri, senza sparare con armi da fuoco, sono riusciti a bloccare e arrestare l’attentatore che, tuttavia, aveva esaurito le munizioni.
In caserma, Preiti avrebbe poi riferito che il suo vero obiettivo non erano le forze armate ma i politici. Vedendosi però impossibilitato a intercettare qualche esponente del Parlamento (anche perché è da sottolineare che il giuramento si è svolto al Quirinale, ndr), l’uomo avrebbe ripiegato su coloro i quali – secondo la sua versione – si frapponevano visivamente fra sé e il Palazzo. Immediate le reazioni del mondo della politica. Il sindaco Alemanno, intervenuto tempestivamente sul posto si è scagliato contro chi «inveisce nei confronti del Palazzo», ricevendo il consenso a distanza di Maurizio Gasparri che parla di «responsabilità evidenti» nei confronti di chi «invoca bombardamenti sui palazzi della politica». Pronta la risposta odierna di Beppe Grillo che ha ricordato, in un post, il «dito medio» che qualche giorno fa lo stesso Gasparri mostrò ai contestatori a Montecitorio e le campagne della Lega Nord che da anni va «seminando l’odio tra il Nord e il Sud Italia».
Diversa e più conciliante invece la risposta della Presidente della Camera Laura Boldrini che, pur condannando gravemente l’episodio, ha spronato a «intervenire e dare risposte quanto prima».
È così quella che doveva essere una giornata di grandi celebrazioni e solenni festeggiamenti per la presentazione della variegata e multicolore lista di ministri si è trasformata in qualcosa di tristemente memorabile, ma in senso inverso.
di Mauro Agatone