New York si racconta al Palazzo delle Esposizioni

Percorrendo la scalinata del Palazzo delle Esposizioni di Via Nazionale, poco prima di entrare nel vivo della mostra Empire State. Arte a New York oggi può capitare di chiedersi se effettivamente il mondo non segua una sua ciclicità costante: all’inizio ci fu Atene: culla della cultura. Poi Roma: padrona indiscussa della storia e della civiltà a cavallo tra l’antico e il nuovo. Infine New York, la Grande Mela, sintesi urbana della globalizzazione innocua, di quella che permette a ognuno di inseguire il proprio sogno senza che l’anonimato tipico delle città dai grandi numeri influisca sulla riuscita dell’impresa.

Ogni apocalittica previsione però è lasciata alla libera interpretazione del visitatore: la mostra si pone come unico scopo di fotografare la vita e i fermenti artistici che animano oggi la grande metropoli (da non confondersi con l’unica isola felice di Manhattan). Una panoramica ricostruita attraverso i contributi di 25 artisti che hanno saputo vivere, interpretare e trasformare la big city life in opere d’arte di più o meno condivisibile efficacia espressiva. Ed ecco che l’altezza e la magnificenza di New York riecheggia tra le opere di Michele Abeles, Uri Aran, Darren Bader, Antoine Catala, Moyra Davey, Keith Edmier, LaToya Ruby Frazier, Dan Graham, Renée Green, Wade Guyton, Shadi Habib Allah, Jeff Koons, Nate Lowman, Danny McDonald, Bjarne Melgaard, John Miller, Takeshi Murata, Virginia Overton, Joyce Pensato, Adrian Piper, Rob Pruitt, R. H. Quaytman, Tabor Robak, Julian Schnabel e Ryan Sullivan.

Ambasciatori della creatività USA tra loro molto diversi per estrazione sociale, formazione e provenienza: da Brooklyn a Manhattan, da Harlem al Queens continuando per il Greenwich Village. Rappresentazioni diverse che finiscono quasi per perdersi in un astrattismo fuori da ogni controllo artistico. Il tentativo di esasperazione compiuto da alcuni artisti nelle loro opere sembra allontanarsi dal contesto urbano di riferimento, arrivando a sovvertire i canoni tradizionali di referente e significato in nome di un nuovo rapporto interattivo tra opera e visitatore. Punto estremo di questa micro-rivoluzione che collega Roma e New York è la presentazione al grande pubblico del net artist Tabor Robak, tra i paladini di una nuova creatività 2.0 in cui pennellate e tavolozze lasciano posto a frame e pixel.

Empire State. Arte a New York oggi è ideata dall’inglese Sir Norman Rosenthal e dal giovanissimo curatore del Museum of Contemporary Art (MoCA) di Miami Alex Gartenfeld. Due percezioni dell’arte che si confrontano, due generazioni diverse riunite in nome di un Empire che strizza l’occhio al ciclo pittorico The Course of Empire di Thomas Cole nonché al saggio Empire di Antonio Negri e Michael Hardt sul capitalismo globale guidato dagli Stati Uniti. Ma anche una vetrina sul mondo, un omaggio al celebre Empire State Building, una volta punto privilegiato da cui guardare il mondo a stelle e strisce scorrere freneticamente.

EMPIRE STATE: ARTE A NEW YORK OGGI

23 aprile – 21 luglio 2013

Roma, Palazzo delle esposizioni

Sito ufficiale della mostra 

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