Rapita dal padre nel 2010: finalmente a casa

Si conclude con un lieto fine la vicenda di Sara Ammar, sequestrata dal padre nel 2010 e portata in Egitto, quando aveva solo cinque anni. La bambina, che ora ha nove anni, è rientrata in Italia lo scorso 25 giugno, insieme a sua madre Sandra Fardella. Ad annunciarlo è stato il Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni: «La piccola Sara e sua madre, assistite dall’Ambasciatore d’Italia, sono finalmente arrivate questa mattina in Italia. Questo è il felice epilogo di una vicenda che il governo ha seguito con la massima attenzione e che ha visto la Farnesina lavorare intensamente per raggiungere questo risultato». Il ministro Gentiloni ha anche ricordato che il caso della bambina rapita dal padre cinque anni fa e portata in Egitto, paese d’origine dell’uomo, era stato anche oggetto, nello scorso mese di maggio, di un intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Contestualmente, il ministro non perde l’occasione per esprimere i suoi più sentiti ringraziamenti alle autorità egiziane riconoscendo loro l’ impegno profuso a tutti i livelli, grazie al quale è stata possibile  l’esecuzione della sentenza secondo cui la custodia della piccola spetta a sua madre.
La signora Fardella, tra mille difficoltà, ha condotto a testa alta, per cinque anni, questa faticosa battaglia, che l’ha finalmente portata a riabbracciare la sua bambina. Tutto ha avuto inizio il 9 gennaio del 2010 quando la donna aveva appreso da una telefonata confusa, giunta dall’Aeroporto di Malpensa, che il suo ex marito Ragab Ammar, dal quale era separata di fatto ma non giudizialmente, le aveva strappato la piccola per portarla in Egitto, senza aver avuto il suo consenso per l’espatrio. Così la signora Sandra presentò subito una denuncia ai carabinieri della stazione di Milano-Barona, mentre il Pm Piero Basilone e la collega del Tribunale dei minori, Annamaria Fiorillo, diedero immediatamente il via alle ricerche internazionali. Le autorità giudiziarie italiane e quelle egiziane stabilirono poi che la bambina fosse affidata alla mamma. In capo al padre pendevano un’ordinanza di custodia cautelare e un mandato di cattura internazionale per sottrazione di minore.
A quattro anni dal rapimento della figlia, nel gennaio 2014, la donna aveva lanciato un accorato appello sul web, dal sito del Corriere della Sera, dichiarando: «Sono sola, sono stata lasciata sola. Le autorità italiane ed egiziane mi prendono per i fondelli da quattro anni. Arrivo fino ad un certo punto e poi quando si tratta di eseguire i provvedimenti trovo un muro di gomma. È come se tutti volessero che io lasciassi perdere. Ma io non posso e non lo farò, vado in Egitto: torno con lei o mi faccio ammazzare».  A queste disperate parole materne aveva risposto il ministro degli Esteri impegnandosi ad aiutare concretamente la madre di Sara. Il ministro, infatti, aveva dichiarato: «Sono rimasto profondamente colpito dalle parole e dalla determinazione della madre di Sara Ammar. Seguo il caso con la massima attenzione. Stiamo lavorando intensamente per cercare di risolverlo» . Questa la ricostruzione della delicata e triste vicenda della piccola Sara e di Sandra, mamma coraggio, che in tutti questi anni non ha mai smesso di credere di poter riavere sua figlia. Per fortuna, questa volta, tutto si è risolto al meglio.
gentiloni

 

@Fedefra85