Nell’afosa giornata di festa del 29 Giugno il sindaco Ignazio Marino, accompagnato dall’assessore alla Mobilità del Comune, Guido Improta, l’assessore capitolino ai Lavori pubblici, Maurizio Pucci, l’assessore alla Mobilità della Regione Lazio, Michele Civita ed il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, si è accinto a tagliare il nastro delle 6 nuove stazioni della Metro C (Mirti, Gardenie, Teano, Malatesta, Pigneto e Lodi) dicendo: “Sono molto orgoglioso di questo risultato: se avessi detto, all’inizio della consiliatura, quando ho visitato i cantieri, trovato la talpa smontata, le betoniere ai Fori e le proteste, di inaugurare 18 km di stazioni entro due anni nessuno ci avrebbe creduto”. E noi di Ld24, nel giorno successivo all’inaugurazione ci siamo armati di Bit e abbiamo dato inizio alla scoperta delle nuove sei fiammanti stazioni.

Il nostro viaggio non inizia esattamente sotto i migliori auspici. Di recente, infatti, l’Agenzia per la mobilità aveva reso noto che, in seguito all’apertura della nuova tratta, la rete dei bus sarebbe stata “rimodellata per consentire di raggiungere rapidamente gli obiettivi della zona del Centro e della stazione Termini”. Dunque nuove linee da introdurre, altre da modificare e altre ancora soppresse: in parole povere disagi e ritardi per gli utenti. Non a caso l’attesa per la linea 105, che da Casilina-Torpignattara avrebbe dovuto portarci fino alla stazione di Parco Centocelle, è durata ben 42 minuti trascorsi sotto il sole cocente!

Arrivati alla stazione di Centocelle abbiano notato qualche piccolo cambiamento rispetto all’ultima volta in cui l’avevamo visitata. C’é molto più movimento, i pavimenti sono più vissuti, senza però essere sporchi, e le indicazioni direzionali sulle banchine sono state modificate includendo anche le nuove destinazioni. Come sempre il viaggio è confortevole, tutto sembra funzionare alla perfezione, nessuno ha ancora imbrattato muri e finestrini, i treni profumano di fresco, nessuno chiede l’elemosina e tutti hanno un posto a sedere.

I nuovi 5,4 km (percorribili in circa 8 minuti), scorrono interamente sottoterra, avvicinandosi sempre di più al centro della città. La stazione Mirti, sita nell’omonima piazza, diventerà presto un giardino pubblico in cui, si vocifera, verranno posizionate panchine in travertino. Ai romani andrebbero bene anche in legno, purché ci si possa sedere, ma Marino è ambizioso, e per i suoi “sudditi” vuole solo il meglio. Stessa storia per la stazione Gardenie, la cui piazza, sempre omonima, è stata completamente riqualificata in modo da presentarsi al meglio. Il discorso invece è diverso per la stazione Teano, la quale è dotata di un atrio piuttosto ampio, ideale a ospitare esercizi commerciali e… opere d’arte.

Ebbene si, in questa stazione Marino vorrebbe posizionare il calco utilizzato per realizzare la copia del Marco Aurelio in piazza del Campidoglio. Un calco rigorosamente a grandezza naturale. La notizia, diffusasi a macchia d’olio, ha destato una certa perplessità in chi l’ha udita, piuttosto che mettere un calco, magari si potrebbe azzardare la presenza di un paio di distributori automatici di bibite, o un giornalaio? Qualcuno ha ipotizzato che il nostro sindaco voglia “copiare” la metropolitana partenopea la quale ospita circa 200 bellissime opere di artisti contemporanei (altro che calchi!). De gustibus non disputandum est.

Successivamente si giunge alla stazione Malatesta, dotata anch’essa di un grande spazio da destinare ad attività commerciali e culturali. Anche in questo caso la piazza è stata riqualificata e rimodellata in modo da poter ospitare, oltre alle tre entrate della metro, anche diversi capolinea di autobus. La stazione Pigneto, collocata tra via del Pigneto e Circonvallazione Casilina, ha un sistema di percorsi pedonali e aree verdi. Infine, la stazione Lodi, che si trova peraltro in via La Spezia, possiede una piccola pecca che potrebbe mandare in confusione gli avventori più anziani o i turisti: da entrambi i lati delle due banchine viene segnalata la stessa direzione, ovvero Monte Compatri Pantano. Sarà anche vero che giunti al capolinea l’unica direzione percorribile è quella (a meno che non si voglia uscire), ma è anche vero che non è chiaramente indicata la banchina da cui partirà il treno, di conseguenza è facile posizionarsi sul lato sbagliato e aspettare più del dovuto perché magari dall’altra parte c’è già un treno in partenza.

La prossima stazione in apertura sarà San Giovanni, apertura annunciata per metà 2016. Poi ci toccherà aspettare il 2021 per arrivare ai Fori Imperiali. Per quanto riguarda invece la tratta Fori Imperiali-Ottaviano, al ministero dei Trasporti è stato consegnato il progetto (da 1,3 miliardi di euro), che prevederebbe le stazioni di piazza Venezia e San Pietro (esattamente a Castel Sant’Angelo), e di recente, grazie a varie mobilitazioni e richieste cittadine, è rispuntata l’ipotesi di realizzare la fermata di Chiesa Nuova, sfumata per problemi legati ai ritrovamenti archeologici e ai cedimenti indotti, ma sulla sua effettiva realizzazione dovrà decidere il Mibact.

Dunque, le premesse per crescere ed arrivare nel cuore della città ci sono, anche se le tempistiche realizzative ed i vari problemi lasciano un po’ a desiderare e rischiano di protrarre ulteriormente l’attesa. Dal canto nostro speriamo di poter visitare presto le future nuove stazioni, a patto di non trovare calchi di dubbio gusto.

20150630_104716