Dal Vajont al Galibier, ecco il Giro 2013

Ci eravamo lasciati con il dolore di Joachim Rodriguez e con l’incontenibile gioia di Hesjedal per una maglia rosa conquistata nell’ultima tappa, si riparte dal paesaggio mozzafiato del Golfo di Napoli, cornice romantica di un Giro d’Italia ricco di promesse e protagonisti.

 Napoli, dunque, sarà l’incipit della corsa rosa di quest’anno, mentre Brescia ne celebrerà l’epilogo incoronando il vincitore, nel mezzo tappe ricche di storia e dal valore simbolico che sapranno offrire il giusto spettacolo e le consuete emozioni. Sono tre le prove contro il tempo, mentre sono ben cinque le tappe di alta montagna che serviranno a fare selezione, spicca, fra le altre, la quindicesima che prevede lo sconfinamento in Francia per scalare il leggendario Galibier, ma ugualmente da tregenda si rivelerà la penultima, quando a giochi quasi fatti sarà necessario cimentarsi sulle Tre cime di Lavaredo. Per gli amanti del ciclismo che fù, da segnalare la tappa del 19 maggio, che, partendo da Ponte di Legno, porterà il plotone prima sul Gavia e successivamente sullo Stelvio che con i suoi 2758 metri sarà il monte più alto del Giro e pertanto Cima Coppi. Indubbiamente toccante sarà poi l’11 maggio, giorno in cui il Giro terminerà la sua quotidiana fatica nel Vajont, a due passi dalla sciagurata diga che ha segnato, con il suo crollo, una delle pagine più nere della nostra storia. Il favorito, per non dire vincitore annunciato, è il britannico Bradley Wiggins, trionfatore nell’ultimo Tour ed oro olimpico a Londra, al suo fianco il team Sky schiera Henao, Uran e Cataldo, uno squadrone che incute timore a chiunque. L’arduo compito di sfidare l’ex pistard britannico spetta comunque ad autentici fuoriclasse del pedale, tra questi Gensink e Samuel Sanchez, oltre che il detentore Hesyedal, mentre è una vera e proprio incognita la competitività di Cadel Evans.

Discorso a parte meritano i ciclisti nostrani, il solo Nibali ha le giuste carte per giungere sul podio a Brescia, ma per lui sarà necessario compiere un’ulteriore salto di qualità al fine di trasformarsi in fenomeno abbandonando il limbo degli ottimi corridori. Il successo in una tappa prestigiosa potrebbe invece rivelarsi il più realistico degli obiettivi per gente come Pellizzotti e Basso, grandi corridori avviati all’epilogo di una lunga carriera. Nel complesso, cercando di scongiurare casi di doping divenuti frequenti ed insopportabili, questo Giro ha tutto ciò che serve per offrire un grande spettacolo, corridori ed altimetria non hanno infatti eguali, ed è molto probabile, per cui, che dall’altro lato delle Alpi ci osservino con sana ed invidiosa ammirazione.

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