Il videogioco dell’orrore ‘Boston Marathon 2013’

Un omino in canotta e pantaloncini si cimenta in un remake di ‘campo minato’ saltando allegramente per evitare le bombe-pentole piazzate per strada. Tra macchie di sangue e supporter mutilati, il protagonista cerca di arrivare vivo al traguardo. Si, siamo proprio a Boston. Il videogioco è già disponibile sulla rete a pochi giorni dall’attentato. Il tempismo non è mancato ai creatori.

<<Stanco di vedere le immagini dell’attentato di Boston in tv? Ora puoi viverle>>. Niente di più accattivante. Lo spot per il lancio del gioco è sul web, insieme al promo e al link per il free download sul sito LoloKaust, per nulla nuovo a iniziative discutibili. Ora nella homepage del blog, organizzatissimo, bisogna ammetterlo, per la diffusione di materiale violento, razzista e inneggiante ad ogni tipo di follia, gli appassionati di videogame potranno scaricare “‘Boston Marathon 2013: Terror on the Streets’. Non è finita. Se si arriva al traguardo illesi il gioco si congratula: <<Sei sopravvissuto, il mondo è più sicuro e puoi fare sesso con Obama>> ma se si perde, come dal più realistico dei copioni, il personaggio resterà senza arti su una sedia a rotelle e sarà affiancato dallo slogan <<Sei stato fottuto, andrà meglio il prossimo anno>>.
Intanto dagli ultimi sviluppi delle indagini sulla strage, emerge la volontà dei fratelli Tsarnaev di colpire anche New York. I due infatti, prima di essere intercettati dalle forze dell’ordine, avevano in cantiere progetti ancora più ambiziosi: altre esplosioni, questa volta a Time Square. Lo rende noto il sindaco Michael Bloomberg in un comunicato.
Chi non vorrebbe cimentarsi nella più sanguinaria delle maratone? Certo sul mercato non sarà un granché competitivo: grafica scadente, ambientazione monotona e una reattività ai comandi macchinosa e rallentata ma l’effetto desiderato è arrivato. C’è rumore nel web. Quel tanto che basta per far diventare tristemente noto il gioco dell’orrore. Il rovescio della medaglia della libertà d’espressione ai tempi del web2.0. Cara censura, così incompatibile con i nostri standard di comunicazione, perché attui i tuoi subdoli meccanismi solo quando incontri i Megavideo di turno? Milioni di dollari in ballo sono un giusto campanello d’allarme. Tre morti e 282 feriti non bastano?

di Maria Chiara Pierbattista

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