Sinodo: apertura verso le famiglie gay
Ci sarebbero delle novità in ambito ecclesiastico rispetto ai “diritti” di famiglia. Sembrerebbe, infatti, che un testo preparatorio del sinodo disponga la possibilità di una sorta di “benedizione”, se così la si vuol chiamare, per coloro che si risposano in seconde nozze e proclami anche una sorta di “apertura” verso le famiglie gay. L’Instrumentum laboris, il testo base per il sinodo d’autunno sulla famiglia, a proposito dei “divorziati risposati civilmente che si trovano in condizione di convivenza irreversibile”, ha affermato che “c’è un comune accordo sulla ipotesi di un itinerario di riconciliazione o via penitenziale, sotto l’autorità del vescovo”. Nel testo preparatorio si sottolinea che la “via ortodossa” alla quale “alcuni fanno riferimento” nel cercare una soluzione pastorale per i divorziati risposati comunque “deve tenere conto della diversità di concezione teologica delle nozze”. E si tratta di una via che non mette “in discussione l’ideale della monogamia assoluta, ovvero dell’unicità del matrimonio”. Sempre l’Instrumentum laboris, dunque, sottolinea ed evidenzia che : “Nell’ortodossia, c’è la tendenza a ricondurre la prassi di benedire le seconde unioni alla nozione di economia (oikonomia), intesa come condiscendenza pastorale nei confronti dei matrimoni falliti, senza mettere in discussione l’ideale della monogamia assoluta, ovvero dell’unicità del matrimonio. Questa benedizione, prosegue l’Instrumentum laboris all’articolo numero 129, è di per sé una celebrazione penitenziale per invocare la grazia dello Spirito Santo, affinché sani la debolezza umana e riconduca i penitenti alla comunione con la Chiesa”.
Il nodo della “via ortodossa” si riferisce a una delle ipotesi avanzate anche nella precedente sessione del sinodo. E poi, sempre il sinodo, ribadisce il fatto di non portare “pressione” alla questione sulle famiglie gay, dichiarando che per “le famiglie in cui vivono persone con tendenza omosessuale” e per le famiglie “di persone con tendenza omosessuale sarebbe auspicabile che i progetti pastorali diocesani riservassero una speciale attenzione al loro accompagnamento”. L’apertura di pensiero da parte del sinodo sulla famiglia si estende anche alle unioni omosessuali e trova, invece, attrito contro le “pressioni” provenienti dagli organismi internazionali.
Nel testo si legge infatti che: “è del tutto inaccettabile che i pastori della Chiesa subiscano pressioni in questa materia e gli organismi internazionali condizionino aiuti finanziari ai paesi poveri all’introduzione di leggi che istituiscano il “matrimonio” fra persone dello stesso sesso. Oltre a questi elementi sembrerebbe, almeno dal testo del sinodo, che le donne debbano dedicarsi in maniera peculiare all’ambito seminariale, o meglio “includere le famiglie, in particolare la presenza femminile, nella formazione sacerdotale”. “La presenza dei laici e delle famiglie anche nella realtà del seminario è segnalata come benefica, perché i candidati al sacerdozio comprendano il valore della comunione tra le diverse vocazioni”, lo afferma il testo preparatorio per il sinodo d’autunno sulla famiglia, analizzando il ruolo della famiglia nella formazione della persona e dei giovani.