L’ addio del Parma, dalla Uefa al fallimento
Nessuna offerta per il Parma calcio. Questo è il triste epilogo per una società sportiva che in poco più di un ventennio è passata dalla vittoria della Coppa Uefa al fallimento. Un tracollo che è frutto della pessima gestione societaria iniziata da Tanzi, protagonista tra il 2003 e il 2004 di un crack finanziario senza precedenti. Dopo il fallimento di Tanzi il club passò anni difficili e l’arrivo nel 2007 di Ghirardi illuse la tifoseria gialloblu di poter credere in un nuovo, sano progetto di rifondazione. Certo, Ghirardi non poteva garantire i successi europei ottenuti negli anni 90 da Nevio Scala, ma dopo qualche anno di assestamento il Parma era riuscito ad ottenere sul campo la qualificazione per l’Europa League, successivamente negatagli per motivi burocratici. Quello fu il primo segnale palese di una società che non funzionava da tempo. Centinaia di operazioni di mercato infruttuose, stipendi non pagati, giocatori che rescindevano il contratto, il passaggio di consegne di stampo mafioso a Manenti e Taci e poi, dopo tutti i tentativi fatti per tenere in vita la società e portarla fino all’ultima giornata di campionato, l’asta giudiziaria che, in assenza di offerte concrete, ha decretato il definitivo fallimento del Parma.
Il Parma occuperà sempre un posto nel cuore degli amanti del calcio anni ’90, un ricordo legato ai grandi nomi che per decenni hanno vestito la maglia gialloblu. Zola, Asprilla, Stoichkov, Chiesa, Crespo, Buffon, Thuram, Cannavaro, Mutu, Adriano, non si finisce più di elencare nomi che hanno fatto la storia del calcio italiano. È bello ricordarli per le loro gesta sul campo, non per il modo in cui sono stati acquistati, come emerge anche dalle parole di Nevio Scala, intervistato da ilfattoquotidiano.it : “…le cose si misero male quando i dirigenti della società scelsero di investire sui grandi nomi, fu l’inizio della fine, furono commessi peccati di presunzione, il senso delle dimensioni andò perduto. Finché io rimasi in panchina era impossibile avvertire la degenerazione. Ho vissuto la fine della Parmalat dall’ Ucraina, dove ero andato a allenare, e soffrii”.
Ed ora che fine faranno il Parma e i suoi giocatori? La squadra, in seguito al fallimento societario, dovrà ripartire dalle categorie dilettantistiche, con la speranza che uno o più imprenditori decidano di investire sulla squadra ripartendo da zero, con un nuovo nome. Per quanto riguarda alcune squadre giovanili, si sta tentando di permettere ai Giovanissimi Nazionali di disputare la semifinale e la finale nei prossimi giorni, mentre sono numerosi i giocatori della prima squadra rimasti senza contratto. Tra i più appetibili ci sono Mirante, José Mauri, Belfodil, Galloppa e Palladino,ma i nomi sono più di 20. I giocatori in comproprietà invece, diventeranno interamente di proprietà delle società che possedevano la seconda metà del cartellino. È il caso di Defrel, che ora è a tutti gli effetti un giocatore del Cesena, appetito da numerosi club italiani. I giocatori in prestito torneranno nelle società di provenienza. Più emblematico il caso di Francesco Lodi, preso dai gialloblu in prestito con obbligo di riscatto a favore del Catania. Un riscatto che non verrà mai pagato e che riporterà in Sicilia il centrocampista.
È molto triste salutare una squadra come il Parma, infangata da una manciata di disonesti vestiti da “businessman” che hanno mangiato sulle spalle dei giocatori ma, soprattutto, delle persone che ogni giorno hanno lavorato – gratuitamente – con impegno e dedizione per far si che gli ingranaggi della squadra girassero alla perfezione e che, ormai, si ritrovano senza un lavoro. Meglio chiudere con tutto ciò che di bello ha lasciato Parma e la parte sana di questa società, sintetizzato bene dal saluto di Jose Mauri sul suo profilo instagram: “Voglio ricordarti così, con un sorriso… Perché faro’ molta fatica a dimenticare 5 anni della mia vita bellissimi ! Pieni di emozioni… 5 anni di fatica ma una fatica facile da fare perche’ quando ti trovi un una citta’ come Parma, con gente spettacolare che ti aiuta a crescere, a imparare la lingua, a essere responsabile e sopratutto a VIVERE COME PARMIGIANO ! E questa la parte bella… PARMA sarà sempre la mia seconda casa, anche in D tiferò per te… Io non posso fare niente ma la gente che ti ha rovinato deve pagare… Non e’ possibile rovinare persone, famiglie e soprattutto sogni ! Il mio era uno… Quello di giocare tanti anni qui, di fare tante presenze e perché no, usare la fascia…sogno rovinato ! Non ho parole, solo ringraziamenti ai dipendenti di Parma, ai compagni che ho avuto e spero di riaverli, ai tifosi per l’affetto e agli amici che lascio in città ! GRAZIE PARMA TI PORTERÒ SEMPRE NEL MIO CUORE”.