Morte del Partito Democratico o di chi ne fa le veci
Come avere il paese in mano ed incamminarsi verso la morte politica in poche semplici mosse. A forza di aspettare il passaggio del cadavere del nemico sulla riva del fiume la sinistra, o meglio la “grigia sinistra”, è scivolata nelle torbide acque della politica italiana ed è annegata
Come avere il paese in mano ed incamminarsi verso la morte politica in poche semplici mosse. A forza di aspettare il passaggio del cadavere del nemico sulla riva del fiume la sinistra, o meglio la “grigia sinistra”, è scivolata nelle torbide acque della politica italiana ed è annegata.
Il dramma è che il corpicino del nemico era passato da un pezzo e , data la sua natura fecale, il galleggiamento sarebbe stato visibile anche per un cieco. Ma si sa uno dei principali problemi di questo paese è l’aver avuto la sinistra più miope d’ Europa, talmente poco lungimirante da essere prima una alternativa poco plausibile alla DC e poi capace di creare esclusivamente governi da trapezisti nell’era del bipolarismo per asservirsi alla sfera cattolica del neonato centrosinistra.
Bersani aveva il timone dell’Italia tra le mani ma, dopo la rovinosa caduta di Mr B. (dove B sta per barzotto), ha preferito affidare a Monti l’operazione “lacrime e sangue” per poi vincere le elezioni e guidare il paese in mari meno agitati. Mica siam qui a far pagar le tasse agli italiani e poi farci cacciare a pedate. Così si fanno passare mesi. Morale della favola Grillo fa il botto, Mr B limita l’emorragia di voti, ed ecco il centrosinistra vincere le elezioni ma di fatto perderle ed il suo pseudo leader ritrovarsi con un cactus tra le mani. Lentamente, dall’ incarico a formare un governo alla scelta del candidato al Quirinale, le correnti trascinano inesorabilmente il cactus dalle mani al culo.
Il colpo da maestro Bersani lo ha sfoderato nel suo ultimo atto da “leader” del Partito Democratico. Tra la possibilità di accontentare il PDL e votare Marini e la scelta di confluire su Rodotà strizzando l’occhio al M5S, ha optato per la tattica dell’armadillo: si è finto morto ed ha candidato Prodi. Neanche un briefing tra Schettino e Cadorna avrebbe potuto partorire una tattica così autolesionista. Ricapitolando: elezioni inconcludenti, incarico fallito, paese in stallo. Bersani ( e la sinistra che lo ha seguito e votato) è riuscito, agli occhi del volgo, ad essere il principale responsabile dell’imminente catastrofe italiana senza aver governato un solo minuto. Nella top ten delle sinistre fallimentari non c’è partita. Una riflessione all’indomani delle elezioni: il PD in fondo è l’unico partito ideologico rimasto in vita, gli altri sono destinati morire con chi li ha creati. Con il senno del poi era una cazzata, ma se questi si suicidano…