Alcolici vietati a Roma: dove, quando e perché
Alcool probito a Roma, contro la movida più trasgressiva, entra in vigore la nuova ordinanza promossa dall’Amministrazione Marino che vieta la somministrazione di alcolici in 21 zone della Capitale. Infatti dal 15 giugno al 31 ottobre 2015, il Comune di Roma ha previsto un piano per regolamentare la vendita ed il consumo di bevande alcoliche per “preservare il decoro di una città dall’inestimabile valore artistico” da tempo deturpata dalla maleducazione e dalla sporcizia di cittadini e turisti nei pressi di bar e locali. Procedendo con ordine è bene cominciare col dire che l’alcool non è proibito nel corso di tutta la giornata ma ne è vietata la vendita e la somministrazione sia da asporto che al banco (senza esclusioni) dalle ore 2 alle 7 del mattino sia negli esercizi commerciali che attraverso i distributori automatici. Nella stessa fascia oraria non sarà più possibile consumare bevande alcoliche in contenitori di vetro in strada e nei luoghi di transito pubblico dalle ore 24 alle 7 mentre dalle ore 22 alle 7 nessuno potrà più acquistare bevande alcoliche e superalcoliche. Ai trasgressori sanzioni di 150 euro per chi consuma e 280 per gli esercenti, questi ultimi, i più colpiti dall’ordinanza stanno pensando di scendere in campo per manifestare il loro disappunto riguardo il nuovo provvedimento comunale dal quale si sentono minacciati. Abbiamo chiesto a Paolo, proprietario di un bar nel cuore di Trastevere, cosa pensa di quest’ordinanza e se la sua attività potrebbe risentirne.
Cosa pensate di questi “divieti” voi che attraverso la vendita e la consumazione di bevande alcoliche avete pianificato la vostra attività?
Credo che quest’ordinanza possa essere giusta o sbagliata a seconda delle prospettive da cui la si guarda. Quando chiudo la serranda del mio locale ed esco fuori da cittadino, di certo non mi piace guardare la strada piena di spazzatura e bottiglie rotte ma quando sono nel mio locale sono imprenditore oltre che cittadino e questa serie di divieti di certo non ci fa bene.
Quindi credete che il divieto doveva essere applicato solo ai consumatori e non agli esercenti?
Ci ho pensato ma non è una cosa possibile, i due ruoli sono concatenati. Di certo avrei dato meno restrizioni a noi esercenti, se dei clienti vengono nel mio locale per gustare un Mojito nella fascia oraria indicata, io non posso che dargli una fanta o un bicchiere d’acqua e questo dal mio punto di vista è dannoso per la mia attività e per i miei dipendenti: anziché incentivare il divertimento nella stagione estiva lo si strozza e non mi piace.
Però comprenderete il disagio dei comitati di quartiere e dei cittadini ?
Assolutamente si, la città piena di bottiglie e vetri rotti non piace neanche a me. Mi fa rabbia sapere che vengo additato come “menefreghista” quando faccio certe affermazioni. Sono romano anche io ed amo la mia città come gli altri, però se la mia attività punta sulla degustazione di cocktail elaborati dai miei dipendenti, noi ad una certa ora che facciamo? Chiudiamo? Mi sento preso in giro. Il “mondo della notte” così come lo chiamano alcuni, non è fatto solo di bottiglie rotte e di bicchieri fuori posto, non è compito nostro stabilire se un cliente è una persona educata o meno prima di vendergli un prodotto, non posso essere responsabile per quello che accade in strada, eppure secondo l’amministrazione non è così, siamo responsabili tanto quanto i clienti e non è del tutto giusto.
Avete pensato ad un’alternativa valida a queste restrizioni?
A dire il vero non ancora, però ci faremo sentire. Non è il primo anno che subiamo le conseguenze di quest’ordinanza e capisco perfettamente i punti di vista di tutti, ma questo piano che hanno elaborato non è un punto di incontro tra le parti, io non la vedo così. Vorrei dire però a tutti i giovani di guardarsi intorno prima di andare a casa, una strada pulita è sempre un’ambiente più accogliente per tutti, buttare una bottiglia negli appositi contenitori non è un grande spreco di energie. Mi auguro che capiscano e che si comportino meglio.
Il divieto intanto è stato esteso a più di venti zone individuabili in:
Piazza Bologna, Pigneto , San Lorenzo, Isola Tiberina, Banchine del Tevere, Trastevere, Campo de’ Fiori, Piazza Navona, Ponte Milvio, Monti , Testaccio, Prati, Castro Pretorio, Esquilino, Stazione Termini, Montesacro, San Lorenzo, Stazione Tiburtina, Marranella , Celio, Torpignattara, Ostiense, Ostia.
E mentre gli esercenti reclamano misure meno estreme, l’Assessore Marta Leonori non può che ritenersi soddisfatta del risultato mettendo anche in chiaro che il loro operato è volto solo a tutelare cittadini e turisti per permettere di trascorrere quanto più serenamente le notti romane, senza dover affrontare situazioni spiacevoli o di disagio a causa dell’abuso di alcool nonchè a salvaguardare la sicurezza e il decoro della città senza voler pestare i piedi a nessuno.
C’è da ribadire però che l’ordinanza anti-alcool non è nuova in Capitale. Già il 1 agosto del 2013 infatti, a seguito di alcuni episodi spiacevoli (qualcuno forse ricorderà la caduta dal ponte di un turista americano che aveva passato la notte a bere), avevano portato l’allora sindaco Gianni Alemanno a firmare un provvedimento simile ma meno drastico. Si vietava infatti “la vendita al dettaglio, o per asporto, di bevande alcoliche dopo le ore 23 nonché la somministrazione ed il consumo di bevande alcoliche su strade pubbliche o aperte al pubblico transito dalle ore 23 alle ore 6 in specificati quartieri della città”. Tali quartieri però erano identificabili in sole 9 zone a fronte delle 21 dell’amministrazione Marino, mentre un precedente testo dell’ordinanza era stato bloccato dal TAR che aveva già espresso le proprie perplessità a fronte della questione. Resta di fatto che il confronto tra esercenti, amministratori e consumatori resta aperto, ciò a cui però è lecito auspicare è che la Capitale sia sempre meno soggetta ad atti di vandalismo e di disordine di qualsiasi tipo, siano essi causati dall’abuso di alcolici o che dipendano da altri fattori. Preservare e tutelare il territorio non può e non dovrebbe essere mai oggetto di condanna da parte di qualsiasi cittadino, dal momento che l’immagine di Roma resta lo specchio del Paese che meravigliosamente rappresenta, senza vetri e bottiglie sul ciglio della strada.