L’Ungheria costruisce un muro contro l’immigrazione clandestina
Il ministro degli Affari esteri Péter Szijjártó ha annunciato che l’Ungheria costruirà un muro lungo il confine con la Serbia: «Stiamo parlando di un tratto di confine lungo 175 km, la cui chiusura fisica potrà essere realizzata con una recinzione alta quattro metri. Il ministro dell’Interno ha ricevuto l’ordine di costruirla».
Secondo il governo di Budapest, l’Ungheria nel 2014 ha accolto 50.000 persone e secondo l’ufficio di immigrazione ungherese, quest’anno circa 57mila sono entrate illegalmente nel Paese e, infine, nel primo trimestre del 2015 ha ricevuto più di 32.000 richieste di asilo.
La reazione della Serbia. Il piano del ministro dell’Interno dovrà essere pronto per il prossimo mercoledì, ma Szijjártó ha garantito che verranno informati i colleghi serbi in occasione della riunione prevista per il primo luglio: «Discuteremo la questione con i colleghi ungheresi».
In realtà il premier serbo, Aleksandar Vučić, non ha preso bene la notizia: «Costruire muri non è una soluzione. La Serbia non può essere responsabile per la situazione creata dai migranti. Siamo solo un Paese di transito». E ancora: «La Serbia non costruirà muri e non si isolerà. Non capisco questa decisione e parlerò della questione con i partner europei».
I rapporti con l’Ue. Il governo ungherese non ritiene, con la costruzione del muro, di violare alcun accordo internazionale in materia di immigrazione, in quanto sono state già realizzate iniziative simili in Europa. Tuttavia, non ha mai nascosto la propria opposizione al piano presentato dalla Commissione sulla redistribuzione tra gli Stati Membri dell’Unione dei richiedenti asilo.
Secondo un rapporto dell’organismo anti-razzismo e intolleranza del Consiglio d’Europa, l’Ecri, il 22% dei richiedenti asilo dell’Ungheria sono privati della propria libertà. Le raccomandazioni dell’Ecri riguardano anche rom, omosessuali, ebrei e stranieri più in generale.
La risposta di Bruxelles è secca: «Non esiste una soluzione nazionale. Ce n’è solo una comune», poiché in quanto a muri «ne abbiamo abbattuti di recente, non dovremmo costruirne altri».
Strutture esterne. Il primo ministro Viktor Orbán ritiene che i migranti che vogliono venire in Europa dovrebbero essere momentaneamente allocati in strutture finanziate dall’Ue ma al di fuori di questa mentre vengono analizzati casi specifici e richieste.
Orbán aveva già in passato espresso il proprio parere riguardo le politiche dell’Unione in materia di immigrazione: «Bisogna chiudere le frontiere davanti gli immigrati illegali. Ci vogliono regole più severe per poter fermare, recludere ed espellere subito gli immigrati clandestini».
Twitter: @MariaLauraSerpi