Giubileo-Mafia Capitale e l’ennesimo “superuomo” del Governo
Ottobre vedrà calare il sipario su Expo mentre i riflettori si sposteranno su Roma, prossima al Giubileo 2016. Bolla papale e mandati d’arresto alla mano la Capitale nel mezzo farà fatica ad uscire illesa dai preparativi giubilari. Celebrazioni di fede a parte però il Governo sta già cercando di cautelarsi, buona parte della giunta PD romana è passata a miglior gabbia ma Orfini e Renzi trasudano ottimismo e tirano in ballo il solito “commissario” per appianare la situazione.
Lo schema è sempre lo stesso, buono in campagna elettorale, in caso di crisi corruttiva o quando manca il quarto al tavolo della briscola. La soluzione è il “commissario”, l’uomo solo e risolutivo, la figura rassicurante in calzamaglia e calzoncini pronta a risolvere qualsiasi problema, dallo scaldabagno rotto al mondo di mezzo del ”guercio”. D’altra parte Expo ha convinto proprio grazie all’intervento di Cantone e del suo pool anticorruzione, la tecnica già collaudata funzionerà anche per l’evento romano. Franco Gabrielli è l’Iron man giubilare, colui che provvederà a mettere al riparo Roma e la Santa Sede da infiltrazioni mafiose, corrotti, delinquenti e a voler essere ottimisti anche dai ladri di portafogli. Ad annunciarlo Matteo Orfini che pur negando il commissariamento, chiarisce la necessità dell’intervento: “Non c’è un commissariamento ma un coordinamento tra soggetti istituzionali […] un modello già utilizzato, penso all’Expo in cui la Prefettura coordinava un tavolo. Si sta cercando una soluzione condivisa” e ancora “Sto ragionando su come rendere più forte il coordinamento tra i soggetti istituzionali. C’è qualcuno che si deve occupare di mobilità e accoglienza, il Comune, qualcuno che deve affrontare il tema dell’offerta sanitaria ai pellegrini, la Regione, qualcuno che si deve occupare di sicurezza e ordine pubblico, la Prefettura”. Coordinamento è la parola d’ordine anche a Palazzo Chigi dove pare si stia mettendo a punto un decreto che tenti di limitare i danni, anche politici, del secondo round di Mafia Capitale. I renziani parlano di un metodo che il Premier intende applicare dall’8 dicembre date le ricadute politiche che avranno ulteriori scelte sbagliate. Tra le ipotesi risolutive più gettonate, guarda caso, quella di affidare la patata bollente all’ennesimo super-uomo, non come atto di sfiducia nei confronti del sindaco Marino, non come commissariamento preventivo di un evento fortemente a rischio ma in nome del “coordinamento”. “Coordinare” per non rubare sembra essere il nuovo motto, e se le voci si infittiscono attorno al nome di Franco Gabrielli, di certo non v’è altro che una telefonata del Prefetto al sindaco Marino per ribadire, si legge nella nota congiunta, “l’impegno comune per Roma già avviato con importanti risultati su diversi tavoli di lavoro, dalla sicurezza al Giubileo”.
Al di là delle valutazioni politiche, che vi sia o meno un atto di sfiducia del Governo contro il sindaco, che vi sia o meno l’intenzione di commissariare il Giubileo come per Expo, una cosa è certa: Gabrielli non basta. Caldeggiare un nome e renderlo simbolo di una battaglia è illudere chi crede che un uomo solo possa fronteggiare un sistema corruttivo radicato da anni sul territorio. Le operazioni di make-up, trite e ritrite ad ogni scandalo sono strategie di marketing totalmente inefficaci sul piano fattuale. D’altronde il Premier a dicembre prometteva su youtube in camicia bianca norme di legge celeri ed efficaci; a distanza di pochi mesi, il sequel di Mafia Capitale torna a ricordarci l’ennesimo nulla di fatto. Qui sotto le parole del premier nel dicembre scorso.