Inter allo sbando tra infortuni e follie
A sei giornate dalla chiusura del campionato, sono ancora molti i nodi da sciogliere in classifica. Se per lo scudetto e i posti in Champions sembra tutto già scritto, soprattutto dopo il pareggio di ieri sera tra Milan e Napoli, ben più accesa è la corsa all’Europa League, con sei squadre ancora in corsa. E in coda alla classifica continua la lotta a tre tra Siena, Genoa e Palermo per conquistare la 17a piazza, che vale la salvezza.
La domanda sorge spontanea: perché a Stramaccioni viene ancora concesso il lusso di rimanere sulla panchina dell’Inter? La risposta è ovviamente nota a tutti, dato che il presidente Moratti si è preso le responsabilità della sua scelta, decidendo di portare il tecnico fino a fine stagione. Ma a tutto c’è un limite, perché vedere ieri Samuel entrare in campo al 30° della ripresa, sul 1-0 per il Cagliari, per andare a ricoprire il ruolo di centravanti, su preciso dettame tattico dell’allenatore, è un qualcosa al di fuori di ogni senso logico calcistico. Così come non ha senso il rientro forzato di Nagatomo, gettato nella mischia al 22° della ripresa dopo un mese e mezzo lontano dai campi, e richiamato in panchina dopo 8 minuti per infortunio, considerando soprattutto che mercoledì i nerazzurri saranno impegnati contro la Roma nella semifinale di ritorno di Coppa Italia, partita che a questo punto per l’Inter può valere una stagione.
Certo, va detto che l’ecatombe di infortuni che ha colpito i nerazzurri in questo periodo, soprattutto nel reparto avanzato, ha un qualcosa di surreale, ma va detto anche che la maggior parte degli infortuni sono a livello muscolare, e spesso dovuti ad una cattiva gestione di giocatori in condizioni fisiche già precarie (vedi Cassano e Palacio), come confermano le continue ricadute. E non cerchi Stramaccioni di trovare scuse nell’arbitraggio, perché se è pur vero che il rigore concesso al Cagliari per fallo su Pinilla non c’è, è altrettanto vero che ai sardi ne era stato negato uno precedentemente, per chiaro fallo di Kuzmanovic su Ibarbo. E allora la speranza è che il tecnico romano faccia un bel bagno di umiltà, ammettendo, innanzitutto a se stesso, di non essere ancora in grado di guidare una grande squadra come dovrebbe essere l’Inter.
Nel frattempo la corsa per il secondo posto ha vissuto ieri uno dei suoi momenti decisivi: nello scontro diretto tra Milan e Napoli è finita 1-1, in virtù delle reti di Flamini e Pandev. Un pareggio che va bene soprattutto ai partenopei, che mantengono così i 4 punti di vantaggio sui rossoneri. Vittoria sofferta per la Roma che, a Torino contro i granata, vince per 2-1, grazie ad una magia di Lamela e ad un ritrovato Osvaldo. Vittoria importante anche per l’Udinese, che espugna Parma con un secco 3-0 nel segno di Muriel, rilanciando così le proprie ambizioni europee. 1-1 e tanti colpi proibiti nel derby della Lanterna tra Genoa e Samp, e stesso risultato anche per il Palermo in casa contro il Bologna. Finisce a reti bianche il match di Verona tra Chievo e Catania.