“Scelgo il silenzio”: gli Stil Novo incontrano Andy dei Bluvertigo
Grinta, determinazione e voglia di sperimentare: questi i valori che incarnano gli Stil Novo, una band bolognese che, nel corso degli ultimi due anni, si è fatta largo nel panorama musicale italiano, mettendo a segno collaborazioni importanti con il trombettista Fabrizio Bosso, la cantante Iskra Menarini e il chitarrista Federico Poggipollini, ma anche la showgirl Alessia Merz e l’attrice Anna Falchi. In occasione dell’uscita, il 20 giugno, del singolo “Scelgo il silenzio” – un brano dalle mille sfumature che vanta l’impronta di Andy, voce principale dei Fluon e fondatore dei Bluvertigo, insieme a Morgan – abbiamo intervistato il cantante del gruppo, Viames Arcuri, che ci ha introdotto, passo dopo passo, nell’universo degli Stil Novo, costellato da immagini significative e da tematiche non convenzionali, ma sempre attuali.
Com’è nata l’idea di questo singolo?
La tematica che abbiamo scelto per questo brano è quella di una coppia in crisi: c’è una lei che tradisce e un lui (interpretato da me, nel video) che sceglie di non parlare, di non manifestare la sua sofferenza attraverso il linguaggio. E’ un’anti-canzone d’amore, una ballata rock dove la storia viene veicolata dalle immagini di una donna che sceglie di mettere fine a un rapporto, un vero e proprio ribaltamento degli schemi.
Come avete lavorato a testi e musica?
In genere abbiamo due fasi di lavorazione: prima compongo il testo, accompagnandomi con chitarra e voce, e poi incontro in studio mio fratello e il resto della band, per ultimare il brano insieme, aggiungere ciò che manca e definire i dettagli, prima di registrare. La cooperazione è fondamentale tra di noi.
Com’è stato lavorare con Andy e quanto la sua presenza ha influito in questo brano?
Quando ho ascoltato i Bluvertigo per la prima volta ero ancora a scuola, e loro, come altri musicisti in quegli anni (basti pensare a “Disco Labirinto”, una canzone nata dalla collaborazione tra la band lombarda e i Subsonica) hanno dato nuova linfa al mercato discografico. Lavorare con Andy è stato bello, è una persona disponibile e ha dato una forte impronta al brano, suonando il sassofono, inserendo parti di elettronica all’interno della melodia e duettando insieme a me. La cosa bella di questi personaggi è che, di volta in volta, arricchiscono il nostro percorso: noi diamo loro carta bianca, vogliamo che collaborino con noi in sala registrazioni, sentendosi liberi di esprimersi nella modalità che ritengono più opportuna.
Il video di “Dylan Dog”, vostro precedente brano, si caratterizza per le tinte forti e per le atmosfere accattivanti e fantastiche, ma nasconde anche un lato fortemente intimista. La clip di “Scelgo il silenzio”, che si preannuncia come un video sperimentale, ricreerà le stesse suggestioni?
Si, l’intento è quello, è la nostra strada come band. Non volevamo un video classico per “Scelgo il silenzio”, e proprio per questo sarà realizzato come un filmato da ricostruire; non seguirà un ordine cronologico, si arriverà alla fine che lo spettatore sarà portato a riflettere su quello che ha visto e sarà incentivato a rivivere le stesse suggestioni, per carpirne il vero significato. Come nei precedenti lavori, vogliamo essere sperimentali, i giovani sono sempre meno ambiziosi a livello musicale ma abbiamo più mezzi rispetto al passato, la tecnologia si evolve ed è giusto che i videoclip di una canzone vengano curati anche nei contenuti.
Da dove viene il nome della band, “Stil Novo”?
L’ho inventato ai tempi dell’università, mi piaceva il suono della parola e volevo entrare a far parte nel mondo della musica in maniera diversa, anche un po’ ambiziosa e sfrontata. Stil Novo rimanda al movimento medievale, cavalleresco, e come i poeti noi raccontiamo delle storie, guardando sempre al presente, parlando di quello che vediamo. Viviamo in una crisi non solo economica, ma anche culturale, le canzoni che compongo toccano diverse tematiche, dal bullismo alla violenza sulle donne, sempre con un tono un po’ cinico, un modo come un altro per scuotere le coscienze.
La sperimentazione di nuovi sound, le varie collaborazioni (da Iskra Menarini a Federico Poggipollini) si può dire che fa parte del vostro DNA come artisti?
Si, mi piace collaborare con questi artisti, è un modo come un altro per arricchirsi e non rischiare di ripetersi. Iskra Menarini, ad esempio, è una grande appassionata di musica etnica, è stato divertente suonare insieme a lei. Altra figura fondamentale è stato Federico Poggipollini: è un professionista, uno che ama confrontarsi e mettere sul tavolo le idee e dare libero sfogo alla creatività in sala registrazione, è stato interessante collaborare con lui. Sono molto contento di aver potuto lavorare con un artista di quel calibro, una persona divertente, verace, che mi ha arricchito come musicista e cantante. Bere una birra in compagnia di Poggipollini è un’esperienza indimenticabile!
Quali esercizi fai per preparare la voce prima d’incidere un nuovo brano?
Non li faccio in realtà, mi piace interpretare il brano in una chiave più rock. In genere quando proviamo in sala registrazione siamo in tre: io, mio fratello e il produttore della mia casa discografica. Alla fine mi esprimo secondo le mie inclinazioni naturali: per me, o si è cantautori o cantanti, e il modo d’interpretare le canzoni viene spesso condizionato da questa distinzione.
Che tipo di musica ascolti e quali sono stati i cantanti o band che ti hanno aiutato nella tua crescita artistica?
Uno dei miei punti di riferimento è sicuramente Rino Gaetano; mi piace come giocava con le parole, era in grado di raccontare bene una storia in diversi modi, risultando sempre attuale agli occhi del pubblico. Tra gli artisti che ascolto e che hanno contribuito alla mia crescita artistica ci sono gli Oasis, i Beatles e Alex Britti, che considero un grande interprete e musicista perché ha l’innata capacità che hanno tutti i grandi artisti, quella di essere semplici quando vogliono esserlo e riuscire, allo stesso tempo, a stupirti.
Ultima domanda: la copertina del singolo avrà un significato particolare?
Mi piacerebbe che fossero raffigurati sulla copertina del cd degli specchi, che si possono riallacciare alla tematica del tradimento: è una simbologia che mi ha sempre affascinato, un’immagine immediata e chiara di quello che sta succedendo all’interno della canzone e che potrebbe avere un buon impatto sul pubblico.