Il metodo Stamina non passa in Usa. Bocciato il brevetto

Un secco no. Il metodo Stamina non passa l’esame dell’ufficio brevetti made in Usa. Il rifiuto già notificato nel 2010, è stato reso pubblico proprio nei giorni in cui il Senato italiano sta discutendo le leggi in merito ai trattamenti con le cellule staminali, dopo anche e soprattutto la risonanza mediatica che sta avendo la ormai famosa terapia del Professor Vannoni. Brevetti a parte c’è necessità di leggi.

In un documento, l’Us Patent Office, l’organismo amministrativo che rilascia brevetti e marchi negli Usa, il più importante al mondo per dimensioni economiche, ha bocciato le richieste della Stamina. La fondazione però ha ottenuto la ‘time extension’, una sorta di proroga decisionale e quindi il metodo è ancora in attesa di avere il giudizio finale per la concessione. La richiesta era stata fatta nel 2010 sia all’Ufficio Europeo Brevetti e sia a quello Americano. Tempi lunghi dunque visto che da anni le proroghe si susseguono. Ora vedremo se Stamina chiederà o meno ulteriori approfondimenti all’organo statunitense. Nel frattempo che le pratiche burocratiche saranno smistate però, chiunque potrà diffondere e commercializzare il prodotto Stamina. Non che la diffusione di tecniche innovative sia un male, ma urge ora più che mai legiferare in merito.
Ci sta pensando l’Italia che, in un periodo in cui lo slogan ‘fate presto’ rimbomba tra le aule dei palazzi, ha lasciato da parte la macchinosità legislativa per fare un decreto in favore delle cure basate sulle cellule staminali. Sulla scia mediatica, ovvio, ma quasi sorprende una risposta apparentemente veloce rispetto alla fase di dormiveglia in cui si trovano i provvedimenti urgenti per il Paese. Il Senato, infatti, ha approvato il decreto del Ministro Balduzzi sulle cellule staminali che ora torna alla Camera. Una speranza dunque per i malati e le loro famiglie, che potranno continuare le cure presso strutture ospedaliere autorizzate e sotto stretto monitoraggio. Un’urgenza nata solo dal rumore proveniente dal web e dai programmi tv? Ricordiamo il caso della piccola Sofia, portato all’attenzione del grande pubblico e a chi di dovere, dai servizi della trasmissione ‘Le Iene’. Grazie a questa norma, la bambina di Firenze potrà continuare la terapia prima iniziata poi bloccata da cavilli legislativi ed ora ripresa. Le cure però, restano ancora lontane per coloro che non hanno cominciato i trattamenti ma che sono ugualmente affetti da malattie del comparto staminale. La legge per ora si è preoccupata solo dei pazienti già avviati alle procedure poste in esame. Ci sarà ancora da dibattere in Parlamento, apprezziamo intanto l’apertura alle innovazioni. Il dubbio di passi indietro però arriva dal comunicato del Ministero della Salute, che ci ha tenuto a precisare, in risposta alle preoccupazioni espresse dalla Comunità Scientifica Internazionale per bocca del premio Nobel Shinya Yamanaka, l’eccezionalità delle disposizioni adottate sulla questione. I no ai brevetti e le tirate d’orecchie dai grandi nomi non riassopiscano però la voglia italiana di innovazione in materia di salute e ricerca. Coraggio, da qualsiasi parte arrivi. 

Fonti: Adnkronos-salute, Ministero Salute, Us Patent Office

                     

di Maria Chiara Pierbattista

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