Florence Henry in mostra alle Terme di Diocleziano

Fino al 31 agosto 2015 nelle grandi aule delle Terme di Diocleziano, completamente immersi nella Storia, sarà possibile visitare una splendida mostra monografica dedicata a Florence Henry (1893 – 1982), artista profondamente innovativa che ha attraversato il Novecento. L’esposizione comprende centoquaranta immagini e rivela con evidenza una personalità dal carattere libero e versatile, avulso da ogni tipo di compromesso.

Appena entrati ci si trova di fronte ad alcuni suoi quadri; le opere (collage e dipinti astratti) definiscono la sua arte costituita da una spiccata predilezione per la composizione. Sfere, anelli, linee, piani griglie sono gli elementi che orienteranno la sua ispirazione segnando la dimensione sperimentale della sua fotografia.
Il percorso umano di Florence Henry non è affatto rettilineo; nasce a New York da padre francese e madre tedesca che perderà all’età di soli due anni. Viaggia molto nella sua vita e la sua formazione si impregna degli umori culturali delle più importanti capitali europee (Londra, Berlino, Roma, Parigi); fin dagli inizi inoltre gode della presenza di autorevoli maestri e amici tutti pregevoli innovatori nel panorama artistico. Dal pianoforte, sua prima passione, studiato con Ferruccio Busoni, alla pittura, conosciuta nello studio di Hans Hofmann a Monaco di Baviera. A Berlino frequenta Archipenko e al Bauhaus di Weimar Klee e Kandiskij (meravigliosi i due ritratti in mostra) e a Parigi segue i corsi all’Académie Moderne di Ozenfant e Léger, attratta dagli aspetti multimediali della ricerca di quest’ultimi.

Dopo aver ammirato le fotografie della prima sezione, con i loro giochi di specchi e di ombre, si passa a quella dedicata alla città eterna che l’autore visita tra 1930 e 1931 insieme a Max Pfeiffer Watemphul allievo del Bauhaus di Weimer vincitore del Prix de Rome nel 1931. Fotomontaggi e prospettive originali inventano il paesaggio; lo spazio ricreato perde le sue connotazioni originali e provoca uno spaesamento che rimanda direttamente alla scena teatrale.

L’ultimo segmento della mostra è invece riservato alla delicatezza e alla raffinatezza dei suoi ritratti dove sebbene emerga una particolare attenzione verso la plasticità e la fisionomia dei volti, come afferma la stessa Henry, è sempre la composizione ad avere il primato nelle sue opere :«Naturalmente quando eseguo un ritratto, sento che viene a stabilirsi un contatto tra il mio modello e me stessa e mi sforzo di esprimere l’interpretazione psicologica che posso darne; ma è la disposizione dei diversi elementi dell’insieme ad appassionarmi». In tali parole risplende la sintesi suprema della sua arte.

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