Al “Gazebo” di Zoro
Diego Bianchi, in arte Zoro, si mette in proprio. E’ da un mese ormai che l’ex-blogger di Excite ha occupato la seconda serata domenicale di Raitre con l’irriverente programma satirico, “Gazebo”. E ne ha fatta di strada Zoro: ad oggi è sicuramente considerato il miglior prestito alla tv di cui il web deve andare fiero.
Impossibile non scompisciarsi dalle risate davanti a quei video strampalati che portano la sua firma, raccolti nella serie “Tolleranza Zoro“, video partiti semplicemente da youtube per arrivare a sbancare poi sul grande schermo all’interno dei programmi della Dandini, da “Parla con me” a “The Show Must Go Off“. Lo stesso Zoro è orgoglioso delle sue origini professionali: “Nasco in rete dopo aver lavorato per anni in uno dei portali del web come responsabile dei prodotti editoriali. Gestivo un blog personale in cui ho cominciato a scrivere delle mie cose, a sperimentare video e radio online. Lo facevo per divertirmi, poi le cose che realizzavo sono cominciate a piacere anche ad altri. Il web lo usano tutti, ma è una questione di credibilità. Mario Monti che scrive ‘wow’ non è attendibile soprattutto se apre un account twitter a un mese dalla campagna elettorale”.
Col suo fare poliedrico Zoro si è così buttato a capofitto in un nuovo esperimento, questa volta televisivo, con un programma che vuole essere uno spazio aperto, un contenitore di idee e di suggestioni, concentrato innanzitutto sulla rilettura soggettiva dei principali avvenimenti politici e di costume. La sfida parte già dal nome stesso del programma: ” ‘Gazebo’ è una parola usata come una sorte di feticcio per avvicinare rappresentanti e rappresentati e che ormai appartiene un po’ a tutte le forze politiche. Un termine abbastanza trasversale, che di per sé non vuol dire nulla, ma è utile per capire di cosa si sta parlando – spiega il conduttore – ‘Gazebo’ ruota intorno a filmati girati da me e commentati dal vivo con alcuni protagonisti dei video e ospiti in studio. Vorremmo tentare di stare stretti all’attualità. Commento i video mentre vengono trasmessi, a volte in modo serio a volte ‘cazzeggiando’, ma sempre cercando di essere comprensibile nel racconto”.
Quella che ci regala Zoro ogni domenica sera è quindi un’ora di video-inchieste, ma non solo: c’è musica dal vivo, satira a fumetti, web a profusione e qualsiasi altra cosa serva a far conoscere in modo alternativo quello che sta accadendo nel nostro Paese. In queste prime puntate si è così passati dalla descrizione dell’accanita campagna elettorale all’analisi della non-vittoria della sinistra, dal circo mediatico creato dal fenomeno Grillo alla proclamazione del nuovo Papa, dall’ inaugurazione del nuovo Parlamento alle consultazioni per la formazione del governo, e così via. Ad affiancare il racconto della telecamera di Diego Bianchi ritroviamo in ogni puntata un’originale compagnia: Marco Dambrosio, in arte Makkox, talentuoso disegnatore e vignettista satirico; Marco Damilano, giornalista de L’Espresso, esperto di politica e costume; Andrea Salerno, direttore editoriale della Fandango e produttore del programma; l’esperto di comunicazione Antonio Sofi e il musicista Roberto Angelini. Insomma, un gruppo assortito che con linguaggi diversi sa raccontare e raccontarci un Italia che, nonostante tutto, può essere presa col sorriso.