A Roma il derby lo vince l’inciviltà
Quando il 28 ottobre del 312 le truppe di Massenzio e Costantino si affrontarono su Ponte Milvio segnarono l’inizio di una nuova era per tutto l’Impero Romano. Che siano i nuovi prodromi di una rinascita romana gli autori degli incidenti verificatisi sullo stesso ponte lunedì pomeriggio prima del derby?
Quando il 28 ottobre del 312 le truppe di Massenzio e Costantino si affrontarono su Ponte Milvio segnarono l’inizio di una nuova era per tutto l’Impero Romano. Che siano i nuovi prodromi di una rinascita romana gli autori degli incidenti verificatisi sullo stesso ponte lunedì pomeriggio prima del derby?
Purtroppo no, è solo la solita manica de cojoni che, favoriti dalle insensate leggi sugli stadi, sono oramai padroni incontrastati di pre e post partita allontanando sempre di più i veri tifosi dagli spalti, veri in quanto il loro tifo è più genuino e il loro portafoglio molto più importante per le casse delle società. La cronaca di ieri, diventata routine per i derby romani, parla dei soliti “pungicati”, scontri con le “guardie”, danni alla città e ai negozianti. Per fortuna le cose migliori si sono viste in campo che ha fatto registrare un 1-1 inutile per entrambe le squadre giunto però al termine di una partita divertente e combattuta con la giusta durezza. All’esterno la stucchevole dimostrazione di forza di chi non ha nessuna altra possibilità di finire sul giornale, di far parlare di sè, se non in queste situazioni. Già pronti titoli ed editoriali contro questi violenti e contro il calcio portatore di caos. Ma se tiriamo una banana tra due scimmie per farle azzuffare la colpa non è dei primati ne tanto meno della banana. Inutile stracciarsi le vesti dal pulpito delle pay-tv se sono proprio loro a dirottare partite a rischio in orari pericolosi e difficilmente gestibili. Poi magari a fine partita facciamo una bella intervista alla pippa di turno che, per farsi perdonare qualche prestazione ridicola, la dà “calla” ai tifosi improvvisandosi direttore d’orchestra per cerebrolesi con cori che gettano benzina sul fuoco. La colpa è anche di chi allo stadio fa il signore ma poi corre a casa a vomitare odio sul web o di chi non ci va per niente e ben protetto dal desktop passa la giornata a montare tensione che altri dementi trasformeranno in incidenti. Ma fin quando vi fate male tra di voi poco ci importa, sarebbe una sana dimostrazione di selezione naturale. Il problema è che ad essere coinvolte sono il più delle volte persone tranquille che vorrebbero godersi lo stadio e che invece finiscono al pronto soccorso e che l’anno dopo l’abbonamento lo faranno a Sky. Fate come in Inghilterra, andatevi a pestare come zampogne a tre o quattro fermate di metro dallo stadio, in un non meglio specificato nulla adibito per questi eventi.
Ma dulcis in fundo un caloroso ringraziamento va a chi ha portato in soli 5 anni questa città ad un livello di barbarie mai conosciuto. Che lancia appelli che cadono nel vuoto, perché quando si aprono le gabbie e si liberano le bestie, si legittimizza la violenza, poi ritirare il guinzaglio non è facile. Chi governa questa città, speriamo di poter utilizzare il passato tra poco, può snocciolare quanto gli pare numeri e percentuali (ultima risorsa del politico senza idee e senza risultati) ma elevare a classe dirigente gli ex criminali stranamente non ha reso Roma più sicura, il risultato della sua politica permissiva verso la parte “nera” di questa città, serbatoio delle frange violente di entrambe le tifoserie romane, ha portato ad un clima invivibile a Roma. Altro che Massenzio e Costantino, ieri su Ponte Mollo si sono affrontati gli alfieri del nulla capitolino, le pedine di chi sta infangando e ridicolizzando la città eterna. Se per pay-tv esiste il tasto off del telecomando, per altri esisteva ed esiste la Rupe Tarpea.