La Spagna sterza a sinistra: Podemos e Ciudadanos protagonisti alle amministrative
Il leader del Partito Popolare Mariano Rajoy non è per niente soddisfatto dei risultati delle elezioni amministrative e regionali spagnole. Anche se il suo partito è ancora il più votato, con il 27% delle preferenze, che corrispondono a circa sei milioni di voti, ne ha persi 2,6 milioni rispetto al 2011. Tale perdita è probabilmente dovuta, secondo quanto ammesso dallo stesso Rajoy, alla crisi economica ma, soprattutto, ai casi di corruzione interni al partito.
Fine del bipartitismo. Il Pp ha ottenuto la maggioranza assoluta solo in quattro regioni su tredici, perdendola in ben sei regioni. Ciò significa che, per per continuare a governare, dovrà scendere a patti con PSOE e Ciudadanos.
Alcuni importanti esponenti del partito hanno proposto una rifondazione del Pp, in quanto i risultati ottenuti la scorsa domenica mostrerebbero che Rajoy non è il candidato premier ideale da presentare alle elezioni previste per la fine dell’anno. Nel frattempo, hanno annunciato le loro dimissioni José Ramon Bauzà, Alberto Fabra e Luisa Fernanda Rudi, rispettivamente leader uscenti delle Baleari, della Comunità di Valencia e dell’Aragona.
Rajoy, però, ha deciso di accettare la sfida lanciata da Pablo Iglesias e Albert Rivera, ribadendo che si presenterà come candidato premier alle elezioni politiche di novembre, consapevole che «Dobbiamo continuare a lavorare, comunicare meglio e avvicinarci ancora di più ai cittadini».
Il PSOE, invece, non è riuscito a trarre vantaggio dal declino del Pp, non conquistando il voto degli under 25, i quali includono il partito socialista tra i responsabili della crisi. Tuttavia, resta il secondo partito più votato con soli due punti percentuali di differenza dallo storico rivale.
Alle amministrative del 2011 la somma dei voti di Pp e PSOE rappresentavano il 65% dei consensi mentre oggi sono scesi al 52%.
Podemos e Ciudadanos alla ribalta. Il partito schierato contro i privilegi della classe dirigente Podemos ha conquistato Barcellona, nella quale il nuovo sindaco diverrà la capolista Ada Colau, grazie a un 25,20% dei voti, corrispondenti a undici seggi contro i dieci del sindaco uscente Xavier Trias. Un risultato straordinario se si pensa che un anno fa questo partito era considerato soltanto un movimento emergente. Nella capitale, invece, il Pp ha conquistato 21 seggi con Esperanza Aguirre, seguito da Podemos a un solo un seggio di distanza con Manuela Carmena.
Tuttavia, il terzo partito per voti, subito dopo Pp e PSOE, risulta sorprendentemente il partito progressista Ciudadanos. Podemos, infatti, non ha una lista propria e pertanto non rientra nei dati pubblicati dal ministero degli Interni.
Il futuro della Spagna dipenderà dagli accordi tra i partiti: un’alleanza delle sinistre sarebbe in grado di determinare sia i sindaci che i presidenti delle comunità autonome. Pedro Gomez, leader PSOE, ha già annunciato l’intenzione di voler iniziare le trattative con Podemos e Ciudadanos.
Twitter: @MariaLauraSerpi