Pedofilia: parroco arrestato a Brindisi
Già era stata avviata un’indagine della celebre trasmissione televisiva “Le Iene” sull’accaduto. Si parla di un parroco arrestato a Brindisi perché accusato di Pedofilia. I carabinieri, infatti, hanno messo agli arresti un sacerdote, don Giampiero Peschiulli, di 73 anni e ormai ex parroco di Brindisi, il quale sarebbe accusato di violenze e abusi anche su minori di 14 anni. Il sacerdote, scoperto dalla trasmissione televisiva Le iene (e soprannominato «prete pomicione»), era già stato indagato e nella giornata di ieri il pm Giuseppe De Nozza ha fatto notificare il provvedimento. Il prete era stato sospeso e si era allontanato da Brindisi quando, a pochi giorni dal servizio di Italia 1, erano comparse alcune scritte sul muro della chiesa che lo definivano pedofilo. Nelle ultime settimane, però, don Giampiero era tornato in città nella sua casa di via Sicilia dove attualmente si trova ai domiciliari. Il provvedimento restrittivo è stato richiesto dal pm Giuseppe De Nozza e disposto dal gip Tea Verderosa.
Le esigenze cautelari si fondano sul pericolo di reiterazione del reato ipotizzato a suo carico. Nel novembre scorso, dopo il sequestro del computer del sacerdote, erano apparse scritte minatorie sui muri nei pressi della chiesa in cui per anni Peschiulli aveva operato. Le indagini, inoltre, hanno fatto emergere altri episodi particolari. Nel 2002, quando il vescovo di Brindisi era monsignor Rocco Talucci, alcuni genitori si rivolsero con insistenza al prelato per denunciare l’atteggiamento abbastanza controverso del prete. Talucci, secondo quanto riferiscono i genitori dei due ragazzi quattordicenni vittime dei presunti abusi, avrebbe chiesto ai ragazzi di non diffondere la notizia e avrebbbe«espresso meraviglia sul fatto che i giovani avessero parlato in casa delle molestie ricevute, aveva invitato le vittime degli atti sessuali a non denunciare la vicenda e a non parlarne con altri». Queste, ovviamente, sono i racconti dei familiari delle vittime raccolte dagli investigatori.
Una delle presunte vittime, che oggi ha quasi trent’anni, ha raccontato che quando aveva 10 anni era spesso stato accarezzato in modo morboso sulle gambe e vicino ai genitali. Ma già nel 2014, quando il prete era stato intervistato dalla Rai, si sarebbe difeso in questo modo:«Accuse pesanti? Grazie a Dio non c’è stato nulla». Ci sarebbero anche delle intercettazioni telefoniche che comprometterebbero ancora di più la posizione del parroco. In una, in particolare, il parroco parla con una delle presunte vittime che gli spiega che il sabato precedente non aveva potuto recarsi in parrocchia perché doveva studiare: «Ho capito, ho capito, mi hai tradito, ho capito ho capito», ribatte il prete. E poi aggiunge: «Sine (che in brindisino significa «sì», ndr), mi hai, come si dice, aspetta, come si dice la parola, sedotto e tradito». Una delle vittime aveva raccontato tutto a una propria insegnante. Le denunce verso il parroco sono partite proprio dopo la messa in onda del servizio della trasmissione televisiva, che a quanto pare avrebbe portato alla luce un episodio di pedofilia che si tendeva a “nascondere”.