Il business dei canili di Roma
4.207.000 euro sono i soldi che il Comune di Roma dà ogni anno per gestire i canili pubblici della Capitale. Quelli in funzione attualmente sono tre: il più grande ovvero La Muratella, il rifugio Ponte Marconi (ex Cinodromo) e il Parco Canile Vitinia (ex Poverello). Ce ne sarebbero quattro, ma uno è chiuso. Tanti i soldi destinati alle cure e al sostentamento dei nostri sfortunati amici a quattro zampe… ma tutti questi soldi pubblici arrivano effettivamente a loro?
La scorsa settimana Massimo Giletti su Rai nella trasmissione L’Arena ha calcolato che ci sono attualmente (nel periodo compreso tra gennaio e i primi di maggio 2015) 634 cani gestiti da 106 dipendenti. Il costo per i cani è di 18 euro al giorno. Allora tutto il resto dei soldi a chi va? Al centro dello scandalo è finita soprattutto l’Associazione Volontari Canile Porta Portese. La cui Presidente, Simona Novi, si è difesa replicando al presentatore: “Ma a lei risulta che un cane si pulisce la gabbia da solo? Che si fa adottare da solo? La invito a venire un giorno per vedere il lavoro che c’è dietro un canile”.
Ma la replica non regge. Dovrebbero esserci gabbie dorate e ciotole per l’acqua d’argento per giustificare certi costi. Mentre qui di dorato ci sono solo gli stipendi dei dipendenti della Onlus che nel caso dei quadri guadagnano fino a 5.052,18 euro al mese. L’Associazione Volontari Canile Porta Portese, che dovrebbe essere una Onlus senza fini di lucro, gestisce per conto del Comune di Roma i rifugi pubblici e ha l’affidamento diretto del soggetto per un totale di quasi 4 milioni di euro che finiscono chiaramente nelle tasche dei dipendenti. Una Onlus che dal 1997, con affidamento diretto senza bando di gara, gestisce gran parte delle strutture del territorio.
E’ normale che non ci sia un appalto, una gara? “La nostra amministrazione si è ritrovata tante situazioni di questo tipo, tra cui i canili. Stiamo portando avanti il ripristino delle regole. Noi abbiamo fatto partire una gara, che era aperta solo alle associazioni animaliste, purtroppo c’è stato un primo ricorso al Tar e poi una sentenza del Consiglio di Stato che ci ha imposto anche soggetti privati, così abbiamo dovuto riscrivere il bando”, dice l’Assessore all’Ambiente Estella Marino.
Il bando sui canili della Capitale era inoltre stato toccato dall’inchiesta “Mafia Capitale”. Era stato infatti sospeso per verificare la regolarità delle procedure vista anche la partecipazione della 29 Giugno di Salvatore Buzzi che si era proposta per gareggiare nella gestione dei canili e dei gattili di Roma. Ma come poteva essere ammessa ad una gara una cooperativa che nel suo statuto aveva servizi di pulizia industriali e ospedalieri e servizi di raccolta dei rifiuti? “C’è chi parla di gara inquinata, ma la gara per la gestione dei canili è stata sospesa in autotutela, a seguito dell’inchiesta “Terra di mezzo”, si era difesa la stessa Marino.
E gli animali, loro malgrado, sono diventati un business.