Saggi al Quirinale a tempo determinato
Primo giorno di scuola per gli esperti delle due commissioni nominate da Napolitano, già bersagliati dai colleghi politici, tanto pidiellini qunto grillini. La prima riunione delle commissioni ha intanto avuto luogo e il resoconto è già sulla scrivania del Presidente delle Repubblica, che chiede uno sforzo di 8-10 giorni.
I dieci saggi nominati da Napolitano sono arrivati al Quirinale, accompagnati da una pioggia di critiche. C’è chi con quale criterio siano stati scelti, chi si indigna perché neanche una donna è stata presa in considerazione, chi riflette sul fatto che ancora una volta l’Italia si dimostra un paese per vecchi visto che il più giovane del gruppo è il deputato della Lega Nord Giancarlo Giorgetti con i suoi 47 anni. Grillo dal suo blog li ha accusati tutti di essere “badanti della democrazia”. Napolitano si giustifica ricordando di aver dovuto prendere le decisioni con estrema fretta, facendo prontamente ricorso a personalità che avessero l’esperienza necessaria per contribuire a sbloccare una situazione ancora stagnante a un mese dalle elezioni. Il Presidente della Repubblica ha detto a chiare lettere: «Io mi sono trovato in una condizione di impossibilità a proseguire nella ricerca di una soluzione alla crisi di governo, data la rigidità delle posizioni delle principali forze politiche», aggiungendo che questi gruppi di lavoro rimetteranno al centro dell’attenzione problemi seri e urgenti del paese.
Ai gruppi di lavoro si chiede insomma qualcosa di ben preciso. I primi a riunirsi sono stati i sei esponenti della comissione economico-sociale: Enrico Giovannini, Giovanni Pietruzzella, Salvatore Rossi, Enrico Moavero Milanese, Giancarlo Giorgetti e Filippo Bubbico. Questi non sotituiscono un governo ma hanno il fine ricognitivo di scovare punti in comune tra le diverse parti politiche in modo da raggiungere in breve accordi su punti di estrema urgenza per il nostro paese, d’intesa con le istituzioni europee. Per Bubbico c’è un’emergenza sociale e ha dichiarato: «Partiremo dal fisco». Subito dopo si sono riuniti gli esperti politico-istituzionali: Valerio Onida, Mario Mauro, Gaetano Quagliariello e Luciano Violante. Per loro il primo punto da portare a casa è quello della riforma elettorale, già demandata al governo tecnico di Monti ma rimasta ferma al vecchio ‘porcellum’. Dopo le prime riunioni il presidente Napolitano ha affermato in una nota ufficiale di aver «molto apprezzato il contributo che già hanno cominciato a dare i Presidenti delle Commissioni speciali del Senato e della Camera perché anche attraverso quello che ci hanno detto i due presidenti – l’on. Giorgetti e il sen. Bubbico – e come ho potuto vedere dai resoconti delle due Commissioni, si è lavorato in modo molto dialogante e costruttivo».
Non molto altro è emerso fin’ora ma il lavoro dei dieci è facilmente misurabile in quanto in questo momento hanno un ruolo chiave ma il loro incarico è a tempo determinato. Ha specificato infatti Napolitano che il tempo giusto per essere efficaci è a suo avviso di otto-dieci giorni. Un contratto che sembra a progetto. Gli anziani forse non ci sono abituati ma per i giovani niente di strano.
di Francesca De Leonardis