Strapotere Bayern, Conte annichilito

Il Bayern insegna, la Juve impara (o almeno così sperano i tifosi bianconeri). La trasferta bavarese si rivela un’amarissima Caporetto per la Juventus, che prende due sberle, ma che soprattutto assiste senza le forze (e i mezzi?) per reagire all’esclusiva lezione di calcio di Ribery & co. Se la sfida era miglior espressione del calcio tedesco Vs miglior espressione del calcio italiano, davvero, siamo messi male.

 PRE-MATCH – Quarti di finale di Champions, Allianz Arena. Per la Juventus è la partita più importante della stagione. Altro che campionato, arrivati a questo punto (anche alla luce del robusto +9 sul Napoli), a Conte non dispiacerebbe affatto mettersi ancora un po’ in mostra nella sfolgorante vetrina europea. E il tecnico leccese sceglie l’ormai rodatissimo 3-5-2 confermando in attacco – e qui sta la vera sorpresa – la coppia anti-Inter Matri-Quagliarella. L’intenzione, chiara, è conservarsi per il ritorno a Torino, e magari giocare qualche brutto scherzo alla sbadata retroguardia bavarese. Anche perché un suicidio rischierebbe di demoralizzare l’ambiente oltremisura, risucchiando nel vortice di negatività anche ciò che sembra certo, come lo Scudetto. Dall’altra parte anche Heynckes riduce i cambiamenti al minimo, affidandosi al solito 4-2-3-1 e preferendo l’estro di “scarface” Ribery al talento attoriale di Robben.

LA CRONACA – Ma dopo neanche 30 secondi tutti i buoni propositi dei bianconeri vanno a farsi allegramente benedire. Ad accendere il match ci pensa Alaba, che da distanza siderale calcia in porta un sinistro debole ma “effettato” (più per merito del pallone che del calcio) che sorprende un Buffon con la testa ancora negli spogliatoi. Europapera e 1-0. Il gol costringe la Juve a fare la partita. La manovra però ristagna innocua nella palude del centrocampo, a parte un guizzo di Vidal fuori di poco. Come se non bastasse si fa anche male Kroos ed entra Robben: ora il Bayern ha anche un’arma in più per le ripartenze. Di fatto, nel resto dei primi 45’ la Juve non mette più il naso fuori dal guscio. Problemi? I bavaresi hanno tagliato i rifornimenti difesa-Pirlo; Ribery e Robben spadroneggiano sulle corsie esterne; Neuer è spettatore non pagante. Se finisce così per la Juve è grasso che cola.

Il secondo tempo riparte sulle stesse note. Stavolta però Buffon non si fa sorprendere, negando la gioia del raddoppio a Mandzukic. Comunque per il Bayern è questione di tempo. Al 62’ Buffon non trattiene l’ennesimo tiro dei bavaresi, Mandzukic raccoglie e serve a Muller il più facile dei gol. È il meritatissimo 2-0. E il pubblico festeggia, irriverente, sul motivo di Seven Nation Army. Le mosse di Conte prevedono l’ingresso di Vucinic-Giovinco in attacco e di Pogba al posto dello strapazzato Peluso, per un 4-4-2 a trazione anteriore. Ma più che crescita della Juve bisognerebbe parlare di rallentamento del Bayern, che pur concedendo campo non concede occasioni. Tant’è che si va più vicini al 3-0 che al 2-1. E invece finisce 2-0. Poteva andare peggio. Perlomeno la Juve riesce a mantenere l’eventualità remuntada nella categoria delle imprese difficili ma non impossibili.

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