Una futura stella della ginnastica artistica
Anche la categoria Juniores si fa rispettare nel mondo della ginnastica artistica femminile. Sono tante le ragazze azzurre protagoniste di più competizioni, di gare di serie A e non solo. Sono quelle sui cui ci soffermiamo di più, a volte, perché prenderanno, in futuro, il posto delle nostre Olimpioniche.
Sono brave, piccole, ma determinati. Tra tutte ce n’è una in particolare che proprio nel 2012 si è fatto conoscere agli Europei di Bruxelles. E’ Enus Mariani, che in quella gara, ha conquistato un argento di squadra, insieme alle sue compagne, e un oro individuale. Con un punteggio complessivo di 56.265, è la prima azzurra a vincere il titolo continentale nella categoria Juniores e a salire sul quel gradino numero 1. Lei stessa ci dice che quelle medaglie “sono le prime medaglie importanti a livello europeo”.
A noi si racconta così, dopo aver portato a casa un bellissimo primo posto a Jesolo lo scorso weekend nella sua specialità, le parallele, e aggiungendo un altro oro a quello di Bruxelles. A soli quindici anni è riuscita a metter alle spalle una Biles, statunitense, brillante, e con una gran bella forza nella gambe. Conquista, poi, l’argento al corpo libero, secondo posto a causa di un’uscita da pedana, e l’argento a squadre.
Si è appena concluso il trofeo della città di Jesolo 2013. Come lo hai vissuto quest’anno in confronto all’anno passato?
Per me, lo scorso anno era una novità, non avendo mai partecipato. Quest’anno, nonostante tutto, sono però arrivata con la stessa emozione dell’incontro precedente e con la stessa voglia di mettercela tutta. Ho cercato di dare il massimo e non mi sono abbattuta per la caduta a trave. Sono felicissima sia per il risultato a squadre che per i miei singoli, una medaglia è pur sempre una medaglia.
L’anno scorso con la squadra siete arrivate seconde classificate agli Europei. A oggi, siete ancora quel gruppo unito che eravate a Bruxelles?
Certamente, eravamo unite prima e lo siamo anche ora, anche se Eli e Ali sono passate senior. Al posto loro entreranno in squadra altre ginnaste con le quali si costruirà un rapporto di amicizia e di rispetto reciproco,di questo sono sicura.
Sei una piccola grande ginnasta che negli ultimi due anni è cresciuta tanto. Se ti guardi indietro, sei sempre la Enus di prima o hai qualcosa in più?
Di carattere sono sempre la stessa. Per quanto riguarda il bagaglio culturale, qui ginnico, è ovvio che con il passare degli anni ci si arricchisce, non solo nella conoscenza di elementi, ma come esperienze che si affrontano e si fanno, e in questo sono cambiata.
Molti fans, e non solo loro, ti vogliono bene e ti supportano giorno dopo giorno. Se dovessi spiegare a chi ti segue cos’è per te la ginnastica artistica, cosa gli racconteresti?
Eh, non lo so. E’ qualcosa che hai dentro. Da piccola ti piace saltare per la strada, inventarti ruote, provare a fare le spaccate, toccare a terra con le mani quando hai le gambe tese, prendere il bordo del marciapiede come se fosse la trave o il materasso come trampolone. Penso che per me sia tutto, la mattina mi sveglio e quello che desidero è andare in palestra. Credo sia questo, ma se non ce l’hai dentro è molto difficile da capire.
Sappiamo che questo sport dà tante soddisfazioni, ma anche momenti no. C’è un momento buio dal quale sei riuscita a uscire a testa alta nel corso della tua carriera?
Quando ho affrontato il mio problema sono stata male, mi dicevano che forse per la schiena avrei avuto problemi. In quell’anno posso dire che ho combattuto, sono cresciuta e mi sono alzata tantissimo. Fortunatamente tutto si è risolto per il meglio.