NBA Playoffs: l’esperienza di San Antonio
Primo turno in fase conclusiva. Qualificate Golden State, Houston, Memphis e Washington. Avanti anche Cleveland, alle prese però con un grosso problema. Stenta Atlanta, Milwaukee sempre più sorprendente. San Antonio è 3 a 2 sui Clippers con la possibilità di chiudere in Texas.
I playoffs sono entrati nel vivo: esiti abbastanza prevedibili, con un paio di eccezioni. L’incrocio più atteso si sta però rivelando all’altezza delle aspettative e sta calamitando le attenzioni. San Antonio era uscita da Los Angeles con un 1 a 1 che le aveva ridato il vantaggio del fattore campo. La netta vittoria di venerdì all’AT&T Center sembrava essere una indicazione per il futuro della serie, ma poi i Clippers hanno rialzato la testa e sono tornati a LA sul 2 a 2. A 4”3 dalla fine, con gli ospiti avanti di un punto, la giocata che ha deciso gara 5: tiro di Griffin, palla che danza sul ferro, Jordan infila nella retina il canestro del sorpasso, ma l’arbitro annulla per interferenza e dalla parte opposta Leonard chiude ai liberi. Detentori ancora guidati da Duncan, 39 anni compiuti sabato, 21 punti ed 11 rimbalzi, con il sigillo di una stoppata a Griffin nell’ultimo minuto, fase nella quale sarebbe logico per uno della sua età accusare la fatica. L’abitudine a questo genere di sfide ha aiutato, la panchina ha dato una mano con Ginobili e Mills molto positivi. Mandare sistematicamente Jordan in lunetta ha pagato, ma i Clippers sono stati affossati da tiro dall’arco, un mortificante 1 su 14. La serie non è finita ma resta da parte loro la solita sensazione di incompiutezza. Stanotte gara6 in Texas.
Chi passa affronterà Houston, che ha estromesso Dallas in cinque partite. I Rockets si sono staccati con il 130-128 nella prima trasferta, la gara dei record. Primato di punti ai playoff per Harden (42 compresi i due decisivi a 12” dal termine), 26 rimbalzi per Howard, 34 punti da parte Mavs per Ellis che però ha fallito il canestro del sorpasso a fil di sirena.
Golden State-Memphis è l’unica semifinale delineata. Nulla ha potuto Anthony Davis, troppa la differenza tecnica coi Warriors, i favoriti per il titolo. I Grizzlies hanno perso una sola partita con Portland, chiudendo la serie ieri notte con una grande prova di Marc Gasol. Si inizia domenica in California, chissà se Memphis avrà Conley, che ha dovuto operarsi al volto dopo l’infortunio in gara3 con i Blazers ed ha saltato le due successive partite.
Ad Est, Cleveland ha liquidato Boston ma la serie è stata non priva di conseguenze. Kevin Love ha subìto un colpo da Kelly Olynyk che gli ha provocato la lussazione della spalla sinistra. Si è operato, starà fuori 4-6 mesi. Nelle prossime due partite mancherà anche JR Smith, che in gara4 ha dato una gomitata a Crowder ed è stato squalificato. I Cavs restano la squadra più attrezzata della conference, ma rischiano di pagare l’assenza di Love nell’eventuale confronto con l’Ovest.
Atlanta e Chicago stanno faticando oltremisura. Sembrava fatta per i Bulls, avanti 3 a 0 dopo il successo nella prima gara nel Wisconsin. Invece Milwaukee ha vinto gara e poi è passata 94-88 lunedì a Chicago. I giovani Bucks non finiscono di sorprendere, 22 punti di Carter-Williams e 21 di Middleton nell’ultimo incontro. Butler ha tirato male e Rose ha perso troppi palloni, stanotte i Bulls hanno il terzo match point, ma dovranno giocarselo a Milwaukee.
Fattore campo rispettato in Atlanta-Brooklyn. Lo scorso anno gli Hawks erano n.8 e misero in grossa difficoltà la n.1 Indiana. Stavolta si trovano nella posizione inversa. Raggiunti nella serie dopo due sconfitte a New York, sono tornati in vantaggio stanotte con un 107-97 in Georgia. 20 punti a testa per Horford e Teague, malgrado una lussazione ad un dito per il primo ed una storta alla caviglia per il secondo. I Nets sono stati sempre competitivi nelle tre trasferte e restano in corsa, tenteranno di impattare di nuovo domani a Brooklyn.
Chi vince giocherà con Washington, che ha finito di ribaltare Toronto. Pierce si conferma l’incubo dei canadesi.