Le elezioni di Cuba e la crisi Caracas-Madrid

Un mondo che non dorme mai, l’America Latina, e continua a palpitare sanguigno senza riposo. Un Paese in cui tradizioni millenarie e aspirazioni tutte nuove si incontrano e cercano continuamente di costruire un’armonia, Sandino insieme a Bolivar,  Zapata insieme a Che Guevara, e Lula, Chavez, Castro e compagnia sempre avanti a dritta tenendo bene a mente la bussola.

Dunque un mondo che pulsa di continuo, e mentre qui da noi si festeggia un 25 aprile tutto speciale, in Messico i braccianti agricoli protestano per chiedere giustizia sul lavoro, in Repubblica Domenicana si festeggiano i 50 anni della rivoluzione di Aprile del 1965, il Nicaragua ha da poco fatto sapere che ci sono più di 2 milioni di giovani che studiano nelle scuole pubbliche (su una popolazione di 6 milioni di abitanti).

Ma nel frattempo tra Venezuela, nel pieno dello scontro frontale con gli Stati Uniti,  e Spagna è piena crisi diplomatica: dopo le esternazioni della destra spagnola in favore della destra venezuelana  – di cui alcuni rappresentanti sono accusati di tentativi eversivi e golpisti – rilanciate e infiammate dall’ex presidente del parlamento spagnolo José Gonzales, il governo di Caracas ha annunciato che Gonzales è persona non gradita in Venezuela. L’episodio arriva al culmine di uno scontro portato fin dentro il VII vertice delle Americhe di Panama, dove le destre spagnole e latinoamericane hanno fatto pressione sul presidente Usa, Barack Obama, per ottenere un inasprimento delle sanzioni contro il Venezuela. Inoltre, contestualmente veniva diffuso un appello firmato da 31 ex presidenti conservatori per un ritorno del neoliberismo in Venezuela.
Il governo venezuelano, per bocca della cancelliera Delcy Rodriguez, ha dichiarato di mal tollerare l’interventismo conservatore del governo spagnolo e accusato Rajoy di aver oltrepassato il segno e di voler “distogliere  – come ha affermato Maduro – l’attenzione dai problemi interni della Spagna, dalla gigantesca corruzione, parlando male delle conquiste della rivoluzione bolivariana”.

Cuba invece incassa un importante successo: dopo il Vertice di Panama il presidente Obama ha infatti dichiarato che l’isola sarà tolta dalla lista dei Paesi che finanziano il terrorismo. Nel Paese si sono inoltre tenute le elezioni municipali, che hanno visto più dell’85% di affluenza e il sostanziale fallimento dei due candidati di opposizione: un passo importante in vista delle elezioni dell’Assemblea Nazionale(parlamento cubano) del 2018, di cui le comunali sono l’anticamera. Il sistema elettorale di Cuba è considerato uno dei maggiori esempi di trasparenza e democrazia: i membri del parlamento, per esempio, non percepiscono stipendio e continuano a fare il loro lavoro, recandosi all’Avana quando il parlamento si riunisce, un esempio da seguire anche in Italia?

 

@aurelio_lentini

 

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