Jihadisti gettano in mare Cristiani
La notizia ha fatto il giro dei giornali e delle televisioni in poche ore, proprio per la sua crudeltà. O meglio, si parla di immigrati che hanno viaggiato sulla stessa barca, ma di alcuni, appunto islamici, che avrebbero gettato in mare i corpi di “viaggiatori” come loro però di religione cristiana, durante la traversata sulle “fatiscenti” imbarcazioni verso Palermo. E la cosa che spaventa è appunto la veridicità del fatto, che fa pensare come anche nella disgrazia si può consumare un’ulteriore tragedia. La notizia è questa, ovvero, 12 migranti di religione cristiana sarebbero stati gettati in mare da 15 jihadisti. La cosa che ovviamente di più rattrista e spaventa è che si aggiunge dolore ad una tragedia già difficile come quella dell’immigrazione. Le fonti più attendibili sarebbero i racconti dei sopravvissuti, anche se la notizia è ormai di ordine pubblico. La colpa delle vittime sarebbe stata proprio quella di essere cristiani.
Secondo la storia raccontata dai superstiti, questi 12 cristiani sarebbero stati gettati fuori bordo e annegati dai loro compagni di fede islamica. La polizia di Stato ha fermato 15 dei 105 profughi sbarcati a Palermo, tra i quali un minorenne, tutti musulmani, con l’accusa di omicidio plurimo aggravato dall’odio religioso. I testimoni sbarcati a Palermo hanno raccontato in modo coerente che nel gommone partito da Tripoli il 14 aprile un gruppo di senegalesi, ivoriani e maliani e della Guinea Bissau avrebbe preso di mira una minoranza di cristiani di origine nigeriana e ghanese. Ne è scaturita una rissa specificatamente per motivi religiosi, questo sempre secondo il racconto dei testimoni, in lacrime e in evidente stato confusionale, in seguito alla quale i 15 islamici avrebbero gettato in mare 12 cristiani, mentre altri naufraghi si sarebbero salvati facendo una catena umana per resistere alle spinte finché sarebbero stati intercettati e soccorsi dalla nave mercantile Ellensborg.
Non è la prima volta che le forze dell’ordine si trovano di fronte a una storia così assurda e terrificante. Infatti, soltanto qualche giorno fa il capitano di un barcone arrivato a Pozzallo (provincia di Ragusa) avrebbe gettato in mare il cadavere di uno dei profughi presenti sull’imbarcazione, per allontanare gli squali che minacciavano l’imbarcazione. Nel frattempo non si fermano gli sbarchi: nella giornata di oggi sono giunti sulle coste siciliane 586 profughi, tra cui 79 donne, dieci delle quali incinte, e 58 bambini, cinque dei quali neonati. I profughi provengono da vari paesi dell’Africa sub sahariana: Senegal, Gambia, Nigeria e Costa d’Avorio.