S.O.S Dado: la nuova app per padri 2.0

Due cuffiette giganti, a misura d’uomo, immense come l’orecchio di Martina, 15 anni, che ascolta musica a tutto volume, per impedire al padre di interagire con lei. Cuffiette bianche e grigie, cuffiette per iPod: questo l’unico elemento scenografico del palco di Dado, all’anagrafe Gabriele Pellegrini, che abbandona la giacca leopardata di Zelig per vestire i panni di papà.

Un’idea nata prendendo appunti sulla sua famiglia, composta da moglie e 3 figli, Martina, Alice e Luca. Un’azienda perennemente in perdita, della quale Dado vorrebbe essere amministratore delegato ma dall’analisi emergerà invece il suo ruolo di finanziatore occulto. “Perchè non importa chi sei, l’importante è che porti i soldi”. Questo spettacolo vuole essere un modo per entrare in contatto con la figlia più grande, adolescente, che è sempre connessa con il mondo e con miliardi di “sconosciuti” ma al padre “non dice mai niente”. Un papà, come spesso accade, geloso, che la vorrebbe proteggere in tutto e per tutto, invece si scontra con una realtà molto più complessa, che non si limita alla cerchia di amici che circondano Martina o ai suoi compagni di scuola: la realtà di oggi si estende nel virtuale, che è uno spazio immenso e incontrollabile.

“Qual è la formula migliore per entrare in contatto con la famiglia e con i propri figli?” si chiede Dado. In un’epoca di iPod, iPhone, iPad anche i genitori diventano delle apps. Il comico romano, sempre al passo coi tempi, si trasforma in un’applicazione per smarphone: S.O.S Dado. Una sorta di grido di aiuto di un padre alle prese con una generazione con la quale non riesce a sintonizzarsi, quella dei quindicenni di oggi, perché “sono figli di un’applicazione che sa scrivere ti amo solo come abbreviazione”. L’intima cornice del Teatro Golden di Roma, dove il pubblico sembra quasi voler entrare nella scena e interagire con l’attore, ci offre 5 appuntamenti dal 19 al 24 marzo.

Lo spettacolo, scritto in collaborazione con Marco Terenzi, che ne cura anche la regia, ci regala un’occasione per sorridere e riflettere assieme sulla generazione 2.0, sempre più touch screen. Non solo monologhi per il comico cantautore: Dado ci offrirà anche una brillantissima parodia di Full metal jacket (capolavoro di Stanley Kubrick, ndr), mentre racconta al pubblico della sua esperienza in palestra. Infine, con la sua inseparabile chitarra, dedicherà alla figlia una canzone, che spera, un giorno, di poter inserire tra i brani del suo iPod, affinché riesca ad ascoltare, per una buona volta, i consigli di papà.

 

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