Lino Guanciale, l’attore gentiluomo

Ammirare un attore è un’esperienza molto più rischiosa di quanto si possa immaginare. Le probabilità che quel personaggio vi deluda sono infatti direttamente proporzionali alle occasioni che ha per farlo. Per prima cosa c’è la costante possibilità che, un giorno, decida di recitare in un film brutto, molto brutto, così brutto da annientare la fiducia che voi riponete nel suo buon gusto e nel vostro giudizio. Poi c’è il fantasma della dichiarazione sconcertante e della paparazzata imbarazzante, l’attimo in cui il vostro beniamino fa o dice qualcosa di così spiazzante da farvi pentire di non aver indirizzato la vostra devozione verso Lassie o il commissario Rex. C’è infine il duplice rischio dell’incontro. Duplice perché, oltre ad esserci l’eventualità che il soggetto in questione non risulti neanche lontanamente affascinante e carismatico come quando ha un copione in mano, potrebbe anche infrangervi il cuore e la speranza di un selfie rivelandosi terribilmente antipatico. Se quindi avete problemi a gestire le delusioni, trovatevi un hobby e lasciate perdere: il ruolo di fan non fa per voi. Se invece siete tra i sempre più numerosi estimatori di Lino Guanciale, allora rallegratevi e state tranquilli: noi di Lineadiretta24.it, dopo averlo incontrato, possiamo garantirvi, al di là di ogni ragionevole dubbio, che la vostra ammirazione è assolutamente ben indirizzata.

Il successo che questo giovane attore sta avendo negli ultimi anni è un meraviglioso esempio di meritocrazia. Perché, di scorciatoie, Lino Guanciale non ne ha cercate. Un percorso professionale da manuale fatto di studio – il diploma all’Accademia nazionale d’arte drammatica Silvio d’Amico – e una lunga gavetta teatrale con opere, tra gli altri, di Sofocle, Flaubert, Brecht, Camus. La capacità di essere un serio docente universitario in “Che Dio ci aiuti”, il “figlio dell’impero dei cessi” in “Una grande famiglia” e un enigmatico conte dal passato misterioso ne “La dama velata”, risultando sempre ed ugualmente credibile. Una buona dose di cinema d’autore e l’impegno con i ragazzi nelle scuole e nelle università come insegnante. Una popolarità arrivata senza reality, troni televisivi e chiassose copertine di riviste patinate. Una presenza elegante, discreta nei toni ma dal talento cristallino.

Parlare con Lino Guanciale oggi, mentre la serie tv di cui è protagonista sta spopolando, si rivela una delle imprese più difficili e al tempo stesso facili che si possano immaginare, in questo lavoro. Difficile perché Lino, che abbiamo intercettato al raduno dei fan di “Che Dio ci aiuti”, è letteralmente assediato da coloro che (comprensibilmente!) vogliono avvicinarsi a lui. Facile per il semplice fatto che non potreste sperare di imbattervi in una persona più disponibile e gentile. Le domande dell’intervista che state per leggere gli sono state fatte mentre sorrideva accanto ai suoi ammiratori davanti all’obiettivo delle loro fotocamere. Le risposte sono state date tra un autografo e l’altro.

Sulla pagina web della Lux Vide, la società di produzione de “La dama velata”, si legge che Clara è “un’eroina senza tempo, una donna del passato che incarna uno spirito moderno”. E Guido?

E Guido invece è un evergreen perché di soggetti così “liberi” ce ne sono sempre stati e sempre ce ne saranno.

In “Che Dio ci aiuti” sei Guido Corsi, ne “La dama velata” Guido Fossà. Di quale Guido Lino Guanciale sarebbe potuto diventare amico?

Di Guido Corsi, senza alcun dubbio. Guido Fossà per i miei gusti è un po’ troppo inaffidabile, almeno per ora. Lui è più uno di quelli con cui si può fare una serata divertente ogni tanto, diciamo così.

Però il prof. Corsi non ha un’amicizia come quella che il conte Fossà ha con il personaggio di Ludovico…

Si, è vero. Il suo rapporto con Ludovico dimostra che, quando si impegna, riesce a rispettare il sacro vincolo dell’amicizia e a comprenderne il valore. Purtroppo in quel caso i segreti sono troppi e troppo difficili da gestire.

È in fase di preparazione la decina stagione di Don Matteo e pare che, per Terence Hill, sarà l’ultima. Voci sempre più insistenti ti danno come suo possibile successore. Qualcosa da dichiarare a riguardo?

Solo che sono indiscrezioni e non c’è niente di fondato.

E non ti farebbe piacere ricevere una proposta ufficiale?

A me quello che fa piacere è essere accostato a Terence, ma gli auguro una lunghissima vita nei panni di Don Matteo.

Lino GuancialeTieni lezioni all’università e laboratori nelle scuole e in molte interviste affronti il tema della formazione del pubblico. Come pensi che l’arte possa formare?

Il teatro offre una grande lezione di vita: mettersi nei panni degli altri. Questa è una cosa fondamentale perché aiuta ad avere una società più giusta. Per quanto riguarda invece l’arte in generale, credo che, avendo come soggetto/oggetto la bellezza, ci costringe in qualche modo ad essere migliori di quello che siamo, semplicemente.

E nei ragazzi che hai di fronte trovi un riscontro positivo, un concreto interesse?

Assolutamente si. Anche se forse non tutti lo sanno, le persone hanno bisogno di recitare perché è recitando che si capiscono tante cose di se stessi e degli altri.

Sei un grande amante dei libri. Momento pubblicità progresso, regalaci uno spot pro-lettura: incoraggia i ragazzi a spegnere la tv una sera a settimana, restare a casa e leggere.

Ragazzi, leggete, perché è leggendo che l’immaginazione si allena! Avrete la possibilità di creare voi il vostro film, nella vostra mente, scena dopo scena, personaggio dopo personaggi. È una possibilità unica.

Un’ultima domanda. Tu sei abruzzese ed è da poco trascorso il sesto anniversario del terremoto che, la notte tra il 5 e il 6 aprile 2009, distrusse L’Aquila. Senza entrare nel merito delle responsabilità di una ricostruzione così lenta, problematica e che in gran parte ancora non c’è, perché tante persone si dovrebbero vergognare per quello che è stato fatto – o meglio, che non è stato fatto – in questa città?

Forse quelle tante persone non hanno idea di quanto sia importante avere una città. Io vengo da un luogo, Avezzano, che 100 anni fa è stato raso al suolo da un terremoto e non sapete quanto i ragazzi della mia età abbiano sentito la mancanza di un centro storico, di mura piene di storia da guardare. L’Aquila è la più bella città d’Abruzzo e bisogna fare qualcosa di più per restituirla a chi ci è nato.

Che sia un bravissimo attore lo si capisce guardando ogni scena da lui interpretata, che sia una persona intelligente lo dimostra l’assoluta mancanza di banalità che traspare dalle sue risposte . Ma lasciatevi rivelare una cosa: Lino Guanciale è un vero gentiluomo.

 

Twitter: @Ludovica_Lops