Salvataggio Cipro. L’UE preleva dai conti correnti
L’imposta sui depositi bancari, decisa per il salvataggio di Cipro, è la principale tra le manovre necessarie in seguito alla concessione di 10 miliardi di euro da parte dell’UE. Molte preoccupazioni dentro e fuori i confini nazionali. Giù tutte le borse. C’è attesa per le misure definitive.
Per sbloccare il prestito destinato al salvataggio dell’isola, l’unica soluzione che l’eurogruppo e i vertici Ciprioti sono riusciti a negoziare è un ‘prelievo forzoso’ sui conti dei cittadini. La tassa succhierà il 6,7% da quelli inferiori ai 100.000 euro e il 9,9% da quelli di importo superiore per un ammontare di 5,8 miliardi di euro. Troppo per il portafoglio del ceto medio-basso. In parlamento continuano le sedute per decidere l’effettiva entità del prelievo, tenendo aperta l’ipotesi di un ribasso delle percentuali. Il presidente Nikos Anastasiades, ha ribadito l’impegno a <<minimizzare l’impatto sui piccoli depositi>> e di aver fatto <<la scelta meno dolorosa>> per impedire la bancarotta. In un comunicato stampa, diffuso dal presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, si afferma la volontà si salvaguardare i conti inferiori a 100.00 euro e <<una maggiore progressività nel prelievo una tantum rispetto a quanto deciso il 16 marzo>>. Un passo indietro per l’UE, che ora attende le misure varate dal governo di Cipro, rese ancor più difficili dalla risicata maggioranza in parlamento .
Gli spiragli per una misura meno invasiva ci sono ma non rincuorano i cittadini che, per la prima, volta si vedono mettere le mani in tasca direttamente dall’UE. Gli stessi cittadini che, estranei e impotenti rispetto alle grandi decisioni prese negli alti piani, sono corsi a prelevare i lori risparmi appena resa pubblica la notizia. Peccato che i vertici di governo abbiano disposto la chiusura delle banche fino a mercoledì. Bloccati tutti i pagamenti e i trasferimenti. Ai ciprioti non resta che manifestare.
Anche i mercati hanno paura. Per il secondo giorno consecutivo segnano tutte in negativo le borse europee e non sono da meno Tokyo e Wall Street. Il rischio contagio e il fatto che il caso Cipro diventi un pericoloso precedente per l’adozione di queste politiche invasive, fanno tremare gli equilibri finanziari internazionali. Tra i più preoccupati però figura la Russia che vanta un alto numero di capitali e numerose filiali bancarie nell’isoletta. Il presidente russo Putin definisce la tassa <<ingiusta, non professionale e pericolosa>> e il premier Dmitri Medvedev rincara la dose affermando che <<la possibile tassazione dei depositi bancari a Cipro sembra una confisca dei soldi altrui>>. Una preoccupazione condivisibile da parte del Cremlino, visti i miliardi di dollari, stimati a 25, parcheggiati nell’ormai ex paradiso fiscale. Drammatizzando, ci si potrebbe chiedere quali saranno le conseguenze se l’UE aprisse la strada a politiche tanto invasive e soprattutto chi sarà vittima della prossima stangata. Tocca ora al governo cipriota decidere l’ammontare del danno sperando di tappare i buchi del debito in modo meno doloroso.
di Maria Chiara Pierbattista