I 40 anni di Fantozzi: tra successo e disgrazie
Era il 1975 e il pubblico italiano applaudiva film come “Amici miei”, “Profondo rosso”, “Salò”; ma tra tutte le pellicole uscite in quell’anno una in particolare venne proclamata al successo, vivendo ancora oggi nei ricordi di tutti: Fantozzi.
Quello uscito il 27 marzo del 1975 fu il primo di dieci film, le disgrazie dell’impacciato Fantozzi divennero sin da subito un vero e proprio fenomeno nazionale, sbaragliando la concorrenza e aggiudicandosi il primo posto al box office con un incasso di 5 miliardi e 125 milioni di lire. Ideato e interpretato da Paolo Villaggio il personaggio di Fantozzi è un ragioniere, un uomo qualunque molto impacciato e privo di particolari abilità, ma soprattutto di fortuna; infatti contro il povero Fantozzi si scagliano le più disparate disgrazie e anche le prepotenze di chi nella scala sociale sta sopra di lui.E se sul posto di lavoro Fantozzi viene umiliato e deriso nelle quattro mura di casa le cose non è che vadano meglio, la moglie Pina non ha mai ostentato grandi sentimenti nei confronti di Fantozzi se non una certa “stima”, mentre la figlia del ragioniere oltre a non essere dotata di una mente brillante è molto brutta. La mediocrità di questo personaggio e l’impossibilità di ribellarsi al suo destino avverso lo rendono l’archetipo dell’italiano medio di quegli anni, mettendo davanti a una cinepresa le ansie, le sconfitte, le paure di un’intera classe sociale cambiata dal miracolo economico. Linguaggio sgrammaticato e congiuntivi inesistenti a causa di una grande soggezione nel parlare con il prossimo, baschetto, pantaloni e mutande ascellari completano la figura di Fantozzi. Paolo Villaggio ottenne l’ispirazione per il personaggio di Fantozzi da alcuni episodi poco piacevoli di cui fu testimone oculare durante il suo lavoro da impiegato all’Italsider -una delle maggiori aziende siderurgiche dell’epoca- e Fantozzi era il cognome di un suo collega.
La saga di Fantozzi segnò una svolta nella storia della comicità italiana e ha introdotto nel cinema italiano tematiche come quella del mobbing sul posto di lavoro, ma forse la chiave del successo di Fantozzi sta nel fatto che chiunque si poteva rispecchiare nelle sue disavventure anche solo per un aspetto della vita del ragioniere: a molti sarà capitato di avere una collega avvenente come la signorina Silvani o un capo troppo rigido e esigente, un collega pasticcione come Filini o uno arrivista, ma sopratutto a tutti è capitato almeno una volta di pensare di essere perseguitati dalla sfortuna. In un’intervista riportata su “La Stampa” Paolo Villaggio ha giustificato così l’amore del pubblico per il personaggio di Fantozzi :” All’inizio la gente rideva e basta, ma si sentiva anche aggredita, poi subentrò la gratitudine. Fantozzi è un “subitore” perfetto, ha liberato tutti dalla spiacevole sensazione di sentirsi unici nel proprio essere sfigati. Era come una seduta terapeutica, gli spettatori seguivano le sue avventure e pensavano “Forse è vero siamo tutti così” “. I dieci film di Fantozzi hanno arricchito anche il bagaglio lessicale italiano con alcune espressioni “fantozziane” come: “organizzazione Filini” per esprimere qualcosa organizzato in maniera fallimentare, “Com’è umano lei”, “Salivazione azzerata” e l’aggettivo fantozziano che ormai è registrato in tutti i dizionari. I primi due film di Fantozzi furono diretti da Luciano Salce, i seguenti sette da Neri Parenti, mentre la regia dell’ultimo -Fantozzi 2000, la clonazione- è firmata da Domenico Saverni. Ma le origini delle avventure di Fantozzi non sono cinematografiche, infatti l’esordio del personaggio di Paolo Villaggio risale al 1968 nella trasmissione televisiva “Quelli della domenica” negli sketch del comico genovese, poi l’Espresso dedicò una rubrica settimanale a Fantozzi, nel 1971 uscì il primo libro sulle avventure del ragioniere e nel 1974 il secondo entrambi editi da Rizzoli.
E se il pubblico italiano ricorda con piacere le avventure dell’impacciato ragioniere Paolo Villaggio vive questo “compleanno” in maniera un pò più malinconica, la miriade di telefonate per questo anniversario non possono che fargli piacere, ma gli ricordano anche gli anni che sono passati da quel 27 marzo 1975 e l’inevitabile scorrere del tempo. Ma Paolo Villaggio nonostante alcuni problemi di salute che lo hanno colpito in passato sembra sentirsi in gran forma, infatti durante la chiamata di Fabio Volo per i 40 anni di Fantozzi ha dichiarato di essere in un “efficienza totale”. Ha fatto la storia della comicità italiana, portando cambiamenti lessicali e non solo, ha portato alla luce tematiche delicate in maniera ironica e ha permesso a molti italiani di rispecchiarsi nella sua figura: saranno anche passati 40 anni, ma Fantozzi resterà sempre un simbolo attuale.