Fallimento Parma ufficiale, arrestato Manenti
Il fallimento Parma è ufficiale: il Tribunale della città emiliana ha emesso una sentenza a riguardo, oltre a disporre l’esercizio provvisorio. La gestione della società è stata affidata a due curatori fallimentari, con l’obiettivo di traghettare il club fino al termine della stagione sportiva.
A dispetto di ogni speranza, la situazione del Parma Fc ha assunto durante la scorsa settimana dei risvolti sempre più drammatici. Giampietro Manenti, presidente in pectore della società ducale, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza di Roma lo scorso mercoledì 18 Marzo, insieme ad altre 22 persone, nell’ambito dell’operazione “Oculus”, con l’accusa di peculato e auto-riciclaggio aggravati dal metodo mafioso. Numerose le perquisizioni presso gli uffici della società emiliana e la Ragioneria Generale dello Stato. Le indagini hanno portato alla luce le attività di un pericoloso gruppo criminale reo di numerosi frodi informatiche, in Italia e non solo, volte al riciclaggio di capitali di dubbia provenienza, anche attraverso l’uso di carte elettroniche clonate. Secondo i procuratori aggiunti di Roma, Manenti avrebbe cercato di usufruire di questo meccanismo criminoso per acquisire le risorse necessarie a coprire i numerosi debiti del Parma calcio. Visti i suoi precedenti penali e il rischio di reiterazione dei reati a lui ascritti, è stata inevitabile la richiesta di custodia cautelare. Il quadro si è completato il giorno successivo, quando il Tribunale di Parma, oltre a emettere la sentenza di fallimento, ha nominato due curatori fallimentari (Angelo Anedda, Presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Parma e Alberto Guidotto), aprendo di fatto un nuovo capitolo della vicenda. Numerosi gli obiettivi dichiarati: stimare il valore dell’azienda sportiva (entro l’8 Aprile), accertare che sussistano condizioni tali da garantire l’esercizio provvisorio senza arrecare danno ai creditori (entro il 15 Aprile), sfruttando per l’occasione i 5 milioni di euro garantiti dalla Lega Calcio. In caso di successo, sarà possibile traghettare il club fino alla conclusione della stagione (31 Maggio), occupandosi contestualmente della messa in vendita della società, attraverso delle apposite aste.
Nel frattempo la squadra è scesa in campo nell’ultima giornata di campionato, perdendo in casa contro il Torino. Se da un lato è sensato che la squadra finisca regolarmente la stagione in corso, evitando di falsare a livello sportivo il campionato con l’assegnazione di vittorie a tavolino per le squadre avversarie, dall’altro il fallimento del club non sarebbe fine a se stesso, anzi, sarebbe la molla verso un sistema calcio che dimostri una volta per tutte quella serietà di cui ha bisogno, attraverso l’intransigenza verso qualunque club non virtuoso. Un tale scenario, per quanto comprensibilmente doloroso, è forse l’unica soluzione per un futuro più certo e sostenibile.