Spettacolo nella finale di Indian Wells, Djokovic si conferma il migliore, Federer rimane un artista. Piccoli progressi di Nadal, ridimensionato Murray, buon torneo di Raonic. Niente ritorno vincente per Serena, festeggia la Halep nella fiera degli errori con la Jankovic, occasione mancata Pennetta.

Il protagonista e l’antagonista. Da qualche tempo Djokovic e Federer stanno recitando in scena, deliziando il pubblico in giro per il mondo con il migliore show possibile del circuito. Il copione ha sempre il medesimo finale, quantomeno nei palcoscenici più importanti, è stato così a Wimbledon lo scorso anno, così ieri ad Indian Wells.
Artista senza pari, a 33 anni e 7 mesi Roger Federer regala sprazzi di magia, ma contro questo avversario dà ormai la sensazione di aggrapparsi ai match senza mai determinarli, essendo destinato alla lunga a mollare la presa, impossibile per lui reggere fisicamente il ritmo da fondo.
Nel corso del torneo, Djokovic ha avuto una giornata storta solo al 3° turno con Ramos, comunque battuto in due set. E’ stato poi bravo con Isner, che in California gli aveva creato problemi in passato ed ha portato a lezione Murray in semifinale. Lo scozzese è tornato in classifica laddove era prima di infortunarsi. Però sia a Melbourne che qui ha dimostrato di essere ancora lontano dal top. Nadal ha perso nei quarti, dopo aver mancato un match point contro Raonic. Passi avanti da inizio di stagione, ma solo la terra europea gli darà una vera risposta.
Federer ha invece ottenuto la rivincita su Seppi dopo l’Australia, ha demolito Berdych in un quarto di finale perfetto, ha disinnescato il servizio di Raonic.
Nella finale la battuta dello svizzero, perfetta in tutto il torneo, nulla ha potuto contro la migliore risposta in circolazione. Nel primo set è Nole ad ottenere uno strabiliante 100% di punti con la prima, attacca la seconda di Roger, lo brekka sul 3-2 con un passante di rovescio stretto ad incenerire un suo attacco a rete e chiude 6-3.
Nel secondo parziale, Djokovic strappa la battuta a Federer già nel terzo game,si porta sul 4-2 e lì ha una palla break che può chiudere il discorso. Sul cornicione, l’anziano maestro si ribella, difende il servizio, lo toglie per la prima volta al serbo, si aggrappa sul 6-6. Nel tie break, due ingenuità di Roger con altrettanti schiaffi al volo lo portano 3-5. Altra reazione elvetica, punto fantastico conquistato al termine di un lungo scambio, poi due gravi doppi falli di Nole che consentono a Federer di portarsi 7-5.
Nel terzo set, Djokovic va subìto avanti di un break e sul 2-0 i due giocano un game interminabile, Roger si riporta in partita sfruttando la quinta palla break, ma paga lo sforzo, sul 2-3 40-15 al servizio perde quattro punti consecutivi e Nole arriva in un soffio a 6-2 con un parziale di 12-3 negli ultimi 15 punti.
Imperdonabile per Federer avere ricavato meno di Djokovic col servizio, malgrado la defaillance avversaria nel tie break. Il serbo ha ottenuto i 2/3 dei punti sulla seconda dello svizzero, che ha tentato 32 volte la via della rete subendo però i passanti di Nole in quasi la metà delle circostanze.
Il torneo femminile sarebbe dovuto essere quello del ritorno vittorioso di Serena, a 14 anni dalla sua ultima partecipazione. Invece la campionessa americana si è ritirata prima della semifinale con la Halep per problemi al ginocchio. La ferita del 2001 è sanata, la Williams ha promesso che tornerà l’anno prossimo. Nella sagra degli errori (108) e dei break (18) è stata proprio la Halep a conquistare il titolo, il più importante della sua carriera da piazzata. La rediviva Jankovic, sua avversaria, era avanti 6-2 3-1, ha servito sul 5-4 ma ha finito con cedere. Era arrivata in finale profittando dei regali della Lisicki in semi, a sua volta salvatasi contro la Pennetta al tie break decisivo nei quarti, nel migliore match del torneo WTA. Flavia ha mancato l’occasione per un clamoroso bis, specie alla luce di quanto accaduto nel weekend. Peccato, ma a 33 anni si è confermata la migliore del nostro movimento.

Simona Halep