Caro Noel Gallagher, keep calm and stay at home!

La notizia è questa: Noel Gallagher si è affaticato per 4 minuti. La cosa pare abbia dell’incredibile, almeno stando allo sfogo del diretto interessato e al rispettabile numero di commenti apparsi sul web a riguardo. E allora, dato che a tutti gli effetti questa sembra essere (o essere diventata) una vera notizia, nelle righe che seguono troverete i dettagli più scabrosi della vicenda. L’affaticamento in questione si è verificato non molti giorni fa in uno dei salotti notoriamente più bollenti e adrenalinici della televisione italiana, quello di Fabio Fazio. Ricordando a quei genitori per cui la musica straniera degli ultimi vent’anni si riduce a Spice Girls e Backstreet Boys – e solo perché hanno avuto adolescenti in casa – che la progenie dei coniugi Gallagher è stata l’anima del gruppo degli Oasis (oltre che l’antesignana della moda delle faide familiari social gloriosamente ripercorsa in versione casereccia dai fratelli Muccino), l’ormai ex fratello di Liam Gallagher ha colto l’occasione di un concerto nella città meneghina per fare un salto molto rapido ma evidentemente piuttosto intenso nella puntata del 15 marzo di “Che tempo che fa”. Una semplice ospitata per la promozione del nuovo album “Chasing Yesterday”, pensava, “solo pochi minuti”, gli avevano detto. E invece ad attenderlo negli studi milanesi della Rai c’era una temibile e subdola sfida: un’intervista di 4 minuti.

Intendiamoci, non è che Noel sia apparso per appena 4 minuti: veniva già da 5 di esibizione in playback, ma lì almeno il testo della canzone lo conosceva e sapeva che forma dare alla bocca mentre le labbra si aprivano e chiudevano. Superata brillantemente questa prima fase, però, l’applauso del pubblico ha coperto il rumore dei passi del conduttore in avvicinamento. I 240 secondi seguiti sono avvolti dal mistero. All’apparenza non è accaduto assolutamente nulla: poche e neanche troppo argute domande di Fazio, una serie di “Ehm”, “mmm”, “Yes” dell’intervistato, qualche risatina, ringraziamenti e tutti pronti per l’ospite successivo. E invece il giorno dopo abbiamo appreso che i 4 minuti più anonimi della settimana televisiva sono stati un tale patimento per la star che ha sentito il bisogno di condividerne il ricordo con i fan sulla sua pagina Facebook.

Il post – che probabilmente non accrescerà la popolarità del cantante tra i suoi seguaci italiani – inizia definendo la trasmissione “una vera fatica” (non ha proprio usato proprio l’aggettivo “vera” ma per non urtare la sensibilità delle nonne facciamo finta di sì) e continua chiarendo meglio il Noel-pensiero.

Noel GallagherGallagher non incrimina tanto il sacrificio che gli hanno imposto facendolo cantare in playback (e infondo lui doveva solo muovere le labbra, che dire del poveretto alla batteria che ha dovuto fingere per 5 minuti di colpire davvero quei piatti!) quanto il momento dell’intervista. Qui i punti di criticità riscontrati dall’ospite sono stati due: la traduzione simultanea (“Hai un persona in carne e ossa davanti a te che ti fa delle domanda in italiano e un fantasma nell’orecchio che te le traduce in inglese”) e i quesiti – evidentemente troppo enigmatici – del conduttore. Sul primo punto, ci dispiace dover dare un duro colpo all’ego degli anglofoni: in Italia l’italiano, almeno fino a nuovo ordine, continua ad essere la lingua ufficiale e, in virtù di questo dettaglio, il “fantasma nell’orecchio” degli ospiti stranieri sembra essere un buon compromesso per venirci tutti incontro.

Sulle domande poste, invece, la questione è oggettivamente più complessa. Perché è vero che Fazio ogni tanto si fa la domanda, si dà la risposta e non si capisce bene cosa voglia che gli si dica – impasse superabile se l’intervistato è Umberto Eco, e qui l’intervistato non era Umberto Eco – ma, ed è davvero un grossissimo “ma”, l’esempio che Gallagher cita per legittimare la sua lamentela si discosta dalla realtà quanto basta per risultare un tantino esagerato. La scenetta che Noel trascrive è più che altro una versione alternativa di quanto successo (Fazio: “Noel… dici di essere uno che non si prende sul serio e vive alla giornata. Ho anche sentito dire che sei uno che si rifiuta di pensare troppo a quello che fa […]… ma quello che vorrei sapere è come sei arrivato a una tale conclusione a questa età”. Lui: “…. Ehm… Si?”. Fazio: “Mi dispiace ma devi darmi una risposta”, ed è partito l’applauso e lui ha iniziato a sudare), e quel botta e risposta non c’è mai stato. Ammesso pure che il buon Fabio queste parole le abbia davvero pronunciate, di certo non l’ha fatto combinandole insieme fino a formare queste frasi. Se ora aggiungiamo che, nel suddetto post, Gallagher a un certo punto comunica di aver fatto “le 5 di mattina con Nancy” la sera prima, si può facilmente intravedere la risoluzione del mistero (come precisa secco e probabilmente un po’ seccato Fazio con un cinguettio datato 18 marzo).

Come se questi 4 minuti di sudore e fatica non fossero bastati, poi, a rovinare la permanenza milanese della celebrity ci si è messo pure una pessima cena! “Dopo circa 6 mesi abbiamo lasciato lo studio televisivo e ci hanno portato in un ristorante chic” – e noi paghiamo, ci sarebbe da aggiungere a questo punto, ma sorvoliamo – “che era anche un night club […]. Tutte le donne (e c’erano TANTE donne) sembravano Mick Jagger quando Mick Jagger sembrava una donna italiana (1965-1969!)”, si conclude la parte del post dedicata al nostro paese. Oltre a scoprire qui la sua notevole conoscenza della moda italiana esattamente tra gli anni ’65 e ’69, ringraziamo Noel per il parere sullo stile delle nostre connazionali. Giudizio autorevolissimo, venendo lui dalla Gran Bretagna, territorio notoriamente famoso per la sobrietà dei capi d’abbigliamento indossati dalle sue donne, sovrana in testa.

Tralasciando il fatto che chiunque si sarebbe intenerito alla vista di Fazio che grida “Evvai” annunciando che i biglietti del concerto milanese di Gallagher erano stati venduti in 10 minuti e che balbetta come un fan impacciato mentre gli dice che una canzone gli è piaciuta proprio tanto, è semplicemente inaccettabile – o quanto meno discutibile – che un uomo di spettacolo, quale un cantate necessariamente è, vada in un trasmissione per farsi promozione, in un paese in cui la gente paga per permettergli di fare il suo (privilegiato) lavoro e non ne rispetti la lingua, i tempi e persino lo stile. La popolarità è un gioco a cui un uomo sulle scene da 20 anni dovrebbe saper giocare. Quindi, con tutta la stima che la storia professionale del soggetto in questione merita, detto in inglese così da risparmiare il fastidio della traduzione del “fantasma nell’orecchio”: Noel, keep calm and stay at home. Please.